“Facciamo libri che regalano uno sguardo diverso e inatteso. Che rifiutano il cliché, il genere, il canone, i pregiudizi, la routine, le convenzioni, le mode, la noia. I nostri libri sono per chi, come te, vuole spingersi oltre i propri limiti. Dentro ci troverai storie che ti faranno girare la testa, perché tu non ami guardare sempre nella stessa direzione e preferisci i sentieri poco battuti, vuoi essere sorpreso e ti piace cambiare prospettiva.”
Questa è la cartolina di presentazione della casa editrice torinese Las Vegas, il loro biglietto da visita per tutti quei lettori voraci che ingurgitano storie bizzarre, curiose, quei lettori che fagocitano e contemporaneamente amano andare a caccia della classica chicca da sfoggiare in una conversazione tra amici. Stanno come segugi nello scaffale della piccola editoria, un mare in cui i pesci ci sono e sono innumerevoli ma puoi accaparrarti il tesoro dei pirati. Quei lettori che snobbano il solito pappone propinato dall’editoria di consumo ma cercano invece lo sguardo diverso tra le pagine di un libro.
La copertina del romanzo di Monica Coppola può tuttavia trarre in inganno. Un’immagine accattivante che richiama subito alla mente i romanzetti rosa da leggere sotto l’ombrellone ma che al suo interno ricopre una storia tutta al femminile e tutt’altro che banale. La scrittura chirurgica e senza sbavature dell’autrice ci racconta di Mia, Lara e Zita. Tre generazioni di donne legate tra loro da un legame parentale nel caso di Mia e Zita molto stretto, e scostante nel caso di Lara e Mia.
In una Torino che giudica, Lara rimane incinta appena ventenne ma la responsabilità di essere genitore è troppo più grande di lei perciò decide di scappare a Milano dove può costruirsi una nuova vita, lasciando la figlia Mia alle cure dei genitori Zita e Tore. Nel capoluogo lombardo trova effettivamente terreno fertile per una carriera in rapida ascesa presso una boutique di alta moda, ma in un ambiente così superficiale in cui conta solo mantenere un’immagine perfetta si scorda in fretta dell’importanza della famiglia.
Mia infatti cresce con i nonni senza sapere chi sia suo padre, nemmeno i genitori di Lara lo sanno, il loro pensiero resta fisso sulla vergogna procurata dalla figlia e sullo scandalo montato dalle voci circolate in fretta. Torino in fondo è un piccolo mondo e le notizie corrono veloci. Mia intanto, ormai ventenne, lavora in un ipermercato. Occupazione non qualificante per lei che con i suoi dreads, le sue intolleranze alimentari e la sua ossessione per l’ambiente tormenta tutti a partire dall’amico d’infanzia Andrea che cerca di trarla in salvo dalla gabbia di solitudine che si è costruita intorno. E quando la nonna Zita resta improvvisamente vedova il suo equilibrio degenera dimostrando che il suo mondo era in realtà un castello di carte.
Nel frattempo un evento inatteso e insospettabile cade come un fulmine a ciel sereno nella vita di Lara, ormai scandita solo dalle mail di lavoro e dagli appuntamenti delle app d’incontri, e la porta a riflettere sul fatto che forse è giunto il momento della verità, il tempo della sua seconda occasione per ricostruire un legame con Mia e parlarle del grande amore della sua vita.
Risate e lacrime assicurate in questo delizioso romanzo in cui tutto ruota attorno al tema principe, il tempo, che offre molteplici spunti di riflessione. Una penna arguta e intelligente segna la cifra stilistica dell’autrice che pone sotto attento esame lo scorrere del tempo in tutte le sue sfumature. Che sia una seconda occasione per dire la verità, gli anni passati che ormai non torneranno più, o il tempo di chiarirsi le idee e compiere scelte, non importa, di certo c’è che la misura è imperfetta.