Il romanzo del tradimento

Giulia de Lellis (con Stella Pulpo), Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!, Mondadori Electa, pp. 160, euro 15,90 stampa, euro 12,99 ebook

Uno dei casi editoriali dell’anno appena trascorso, Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!, il “romanzo di un tradimento” di Giulia de Lellis, scritto a quattro mani con Stella Pulpo, è riuscito a bruciare il traguardo delle 100.000 copie piuttosto rapidamente, dopo la sua uscita lo scorso autunno.

Giulia de Lellis è una modella e attrice italiana nota nel circuito delle trasmissioni Mediaset come Uomini e donne e Gran Fratello VIP, mentre Stella Pulpo è una scrittrice e giornalista. Il primo dato notevole è infatti questo: come per i traduttori (un tempo negletti, ora considerati autori a tutti gli effetti) la ghostwriter ci viene presentata come co-autrice di un libro su commissione – cosa che avviene ormai sempre più spesso.
L’opera è costruita in modo sapiente a uso e consumo del pubblico cui è rivolta, e la mano dell’editor si percepisce vivamente (il libro si legge in un paio d’ore), anche se – va da sé – è un lavoro da pilota automatico. La storia è semplicemente quella del tradimento, o le sue conseguenze, di Giulia da parte di Andrea Damante (non nominato). Il canovaccio è esilissimo e si muove all’interno di un’armatura narrativa granitica: scoperta del fatto -> tiramolla con Lui -> rottura definitiva -> rinascita (ovviamente come persona più forte e saggia, un vero ‘viaggio dell’eroe’). Lo stile è elementare: struttura paratattica, costruzione soggetto-verbo-oggetto, prima persona singolare del presente indicativo. Come logico aspettarsi, l’anafora salmodiante da lista della spesa la fa da padrone, con annesso elenco di domande retoriche in successione. Ma qui non è un difetto, anzi, è uno dei pregi del libro e dimostra il mestiere di Stella Pulpo: in questa sorta di flusso di coscienza di didascalie e storie su Instagram, ci sono comunque echi di tutta una letteratura pensata per il pubblico femminile – da Fielding a Sophia Kinsella eccetera – con i suoi stilemi e un preciso orizzonte d’attesa. Stella Pulpo non fa altro che eseguire il compitino egregiamente. È un aspetto che non è certo passato inosservato in vari interventi usciti sul libro: confrontandolo con altri romanzi ‘sentimentali’ (mi si passi il termine) di autori e autrici noti del panorama letterario italiano, il libro di Pulpo-de Lellis non risulta necessariamente quello scritto peggio e lo stile è perfettamente funzionale al tipo di prodotto offerto.

Invece, purtroppo, è l’aspetto dei contenuti che delude e il romanzo non riesce a funzionare come gli esempi più felici del genere. Da un lato, in quanto prodotto medio e ben costruito, non rappresenta una discesa nel cuore di tenebra del mondo al botox delle trasmissioni Mediaset, come possono essere i libri di Fabrizio Corona o The Lady di Lory Del Santo. Dall’altro lato, perché Giulia de Lellis mette comunque quel mondo al centro della narrazione, descrivendolo però nella sua mediocrità e non come monstrum trash, risultando di poco o nessun interesse per una platea di lettori dai gusti più sofisticati. Un mondo in cui i rapporti fra i sessi sono assolutamente polarizzati e le rappresentazioni di genere sono incastrate rigidamente nei loro binari precostituiti e bidimensionali (si dà per scontato che il pubblico del romanzo sia solo femminile). Come in una puntata di Uomini e donne, il maschio è un macho metrosessuale e la femmina è una modella soggetta a sbalzi di umore, come se non ci fossero combinazioni virtualmente infinite di virilità o femminilità. Un universo milanese di sushi, Instagram, dating app, prodotti per il derma maschile, depilazioni inguinali definitive, scarpe di Manolo Blahnik, dispositivi Apple e musica dei Negramaro. Un mondo abitato da Barbie e Ken in cui, letteralmente, nessuno pulisce o cucina.

Per certi versi, si potrebbe leggere come una Madame Bovary all’incontrario: Emma tradisce per emanciparsi dal suo piccolo mondo provinciale, Giulia, moderna ed emancipata, venendo tradita conferma una visione così retrograda dei rapporti fra maschi e femmine che credevamo ingenuamente di esserci lasciati alle spalle decenni fa.

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