Uno dei casi editoriali dell’anno appena trascorso, Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!, il “romanzo di un tradimento” di Giulia de Lellis, scritto a quattro mani con Stella Pulpo, è riuscito a bruciare il traguardo delle 100.000 copie piuttosto rapidamente, dopo la sua uscita lo scorso autunno.
Giulia de Lellis è una modella e attrice italiana nota nel circuito delle trasmissioni Mediaset come Uomini e donne e Gran Fratello VIP, mentre Stella Pulpo è una scrittrice e giornalista. Il primo dato notevole è infatti questo: come per i traduttori (un tempo negletti, ora considerati autori a tutti gli effetti) la ghostwriter ci viene presentata come co-autrice di un libro su commissione – cosa che avviene ormai sempre più spesso.
L’opera è costruita in modo sapiente a uso e consumo del pubblico cui è rivolta, e la mano dell’editor si percepisce vivamente (il libro si legge in un paio d’ore), anche se – va da sé – è un lavoro da pilota automatico. La storia è semplicemente quella del tradimento, o le sue conseguenze, di Giulia da parte di Andrea Damante (non nominato). Il canovaccio è esilissimo e si muove all’interno di un’armatura narrativa granitica: scoperta del fatto -> tiramolla con Lui -> rottura definitiva -> rinascita (ovviamente come persona più forte e saggia, un vero ‘viaggio dell’eroe’). Lo stile è elementare: struttura paratattica, costruzione soggetto-verbo-oggetto, prima persona singolare del presente indicativo. Come logico aspettarsi, l’anafora salmodiante da lista della spesa la fa da padrone, con annesso elenco di domande retoriche in successione. Ma qui non è un difetto, anzi, è uno dei pregi del libro e dimostra il mestiere di Stella Pulpo: in questa sorta di flusso di coscienza di didascalie e storie su Instagram, ci sono comunque echi di tutta una letteratura pensata per il pubblico femminile – da Fielding a Sophia Kinsella eccetera – con i suoi stilemi e un preciso orizzonte d’attesa. Stella Pulpo non fa altro che eseguire il compitino egregiamente. È un aspetto che non è certo passato inosservato in vari interventi usciti sul libro: confrontandolo con altri romanzi ‘sentimentali’ (mi si passi il termine) di autori e autrici noti del panorama letterario italiano, il libro di Pulpo-de Lellis non risulta necessariamente quello scritto peggio e lo stile è perfettamente funzionale al tipo di prodotto offerto.
Invece, purtroppo, è l’aspetto dei contenuti che delude e il romanzo non riesce a funzionare come gli esempi più felici del genere. Da un lato, in quanto prodotto medio e ben costruito, non rappresenta una discesa nel cuore di tenebra del mondo al botox delle trasmissioni Mediaset, come possono essere i libri di Fabrizio Corona o The Lady di Lory Del Santo. Dall’altro lato, perché Giulia de Lellis mette comunque quel mondo al centro della narrazione, descrivendolo però nella sua mediocrità e non come monstrum trash, risultando di poco o nessun interesse per una platea di lettori dai gusti più sofisticati. Un mondo in cui i rapporti fra i sessi sono assolutamente polarizzati e le rappresentazioni di genere sono incastrate rigidamente nei loro binari precostituiti e bidimensionali (si dà per scontato che il pubblico del romanzo sia solo femminile). Come in una puntata di Uomini e donne, il maschio è un macho metrosessuale e la femmina è una modella soggetta a sbalzi di umore, come se non ci fossero combinazioni virtualmente infinite di virilità o femminilità. Un universo milanese di sushi, Instagram, dating app, prodotti per il derma maschile, depilazioni inguinali definitive, scarpe di Manolo Blahnik, dispositivi Apple e musica dei Negramaro. Un mondo abitato da Barbie e Ken in cui, letteralmente, nessuno pulisce o cucina.
Per certi versi, si potrebbe leggere come una Madame Bovary all’incontrario: Emma tradisce per emanciparsi dal suo piccolo mondo provinciale, Giulia, moderna ed emancipata, venendo tradita conferma una visione così retrograda dei rapporti fra maschi e femmine che credevamo ingenuamente di esserci lasciati alle spalle decenni fa.