Il mondo dei libri illustrati per i più piccoli è davvero molto vasto, talmente tanto da lasciare un po’ di confusione nella testa dei genitori che devono districarsi tra tante possibilità. Mondadori nella collana Oscar Mini ha ripubblicato una selezione di grandi classici per l’infanzia in una versione maneggevole pur mantenendo intatte le illustrazioni e il contenuto.
In I Tre Piccoli Gufi le illustrazioni di Patrick Benson sono perfettamente coerenti con la storia raccontata dall’irlandese Martin Waddell. I gufetti Sara, Bruno e Tobia si svegliano di notte nel nido e si accorgono terrorizzati dell’assenza della loro mamma. Iniziano a domandarsi dove possa essere e provano a cercarla, nella speranza del suo ritorno tempestivo.
Questa storia racconta come le paure siano molto grandi nei più piccoli, spiega come affrontarle e che una mamma torna sempre a casa dai propri figli. In queste poche pagine Sara, la sorella maggiore, cerca di filtrare la preoccupazione del mediano Bruno e la paura del minore Tobia, trovando spiegazioni plausibili sull’assenza di mamma gufa. Quando alla fine la madre rientra al nido, li tranquillizza con una semplice frase: “Lo sapevate che sarei tornata!” e tutti i problemi si dissolvono improvvisamente.
Il personaggio che ispira fin da subito più simpatia è senza alcun dubbio Tobia che esprime sempre a gran voce quanto gli manchi la sua mamma, non importa dove sia e cosa stia facendo. In quanto fratello minore è certamente quello più influenzabile, fragile e sensibile, ma senza imbarazzo o timore dichiara apertamente i suoi sentimenti e le sue emozioni.
L’autore prima di scrivere questo albo ha vissuto più vite: è sopravvissuto a una carriera giovanile come calciatore, a un attentato dinamitardo e a una brutta malattia. Nel 2004 ha ricevuto il riconoscimento massimo della letteratura per l’infanzia vincendo il premio Hans Christian Andersen.
L’illustratore Patrick Benson ha caratterizzato un racconto di oltre vent’anni fa attraverso un tratto verosimile e molto preciso, a tratti quasi fotografico, rendendo tridimensionale e molto realistici la scena, i movimenti e le espressioni. In particolare le ambientazioni del bosco con i suoi alberi e i dettagli del fogliame sono senza sbavature e quasi tangibili. La sua esperienza di studioso d’arte in Italia ha senza alcun dubbio influenzato i suoi lavori che paiono quasi usciti da descrizioni dantesche.