I nostri libri dell’anno

E sottolineiamo nostri. Nessuna pretesa di oggettività; nessuna pretesa di compilare graduatorie o proclamare vincitori. Magari il vero Libro dell’Anno, quello che passerà alla Storia (con la S maiuscola), non è nessuno di quelli indicati in questa pagina; magari è un libro ignorato dalla critica; o forse no. 

Tutt’altro il nostro intento. Semplicemente per il giorno di Natale abbiamo pensato di fare un regalo ai nostri lettori: una ricca serie di consigli di lettura. Per questo abbiamo chiesto a tutti i nostri collaboratori di indicare quale fosse stato il loro libro dell’anno; quello, tra i libri letti, che li aveva colpiti di più, indipendentemente dal fatto di averlo recensito o meno per PULP Libri. Unico vincolo, che fossero opere pubblicate nel corso dell’anno, non ristampe. Ne è uscita una lista quantomai ricca e variegata; che del resto riflette un po’ lo stile della nostra Rivista, aperta a diversi concetti di letteratura, di stile, di lettura. Qualcuno, come vedrete, ha ritenuto di indicare un solo titolo; altri hanno indicato quelli che secondo loro sono il miglior libro di narrativa e il miglior saggio del 2018. Qualcuno ha anche voluto aggiungere un breve commento.

Buona lettura, quindi…

Silvia Albesano
Antonella Anedda, Historiae, Einaudi

«Pensarci senza pelle rende buoni.
Per il paradiso forse non c’è strada migliore
che ritornare pietre, saperci senza cuore.»

Silvia Arzola
Bernard Quiriny, L’affare Mayerling, L’orma editore

Carlo Baghetti
Luca Pisapia, Uccidi Paul Breitner, Edizioni Alegre

«Lo scrittore, con un gran lavoro sulla lingua e sulla forma (tra romanzo e inchiesta), racconta un mondo a tutti noto, quello del calcio, da vari punti di vista, sempre inediti. Più si conosce il calcio e più si resta stupiti della capacità dell’autore di pescare storie nuove e originali, oppure dare una lettura particolare (sempre impegnata, sempre schierata) ad eventi famosi.»

Davide Carnevale
Jeff Vandermeer, Borne, Einaudi

«Dopo la Trilogia dell’Area X, l’autore statunitense continua a mostrarci uno dei possibili futuri della letteratura fantastica, in quella riuscita commistione di scritture dell’immaginario a cui lo stesso VanderMeer ha dato il nome di New Weird

Walter Catalano
Elliott Chaze, La fine di Wettermark, Mattioli 1885

Gioacchino De Chirico
Daniel Mendelsohn, Un’odissea, Einaudi

Giovanni De Feo
Frances Hardinge, La voce delle ombre, Mondadori

Gaetano De Virgilio
Marco Lupo, HamburgLa sabbia del tempo scomparso, Il Saggiatore

Roberto Derobertis
Agota Kristof, Chiodi, Casagrande (poesia)

«Versi spezzati e in bianco e nero da un’Europa dolente. Una poesia abitata dallo sradicamento, dalla delusione e da un’umanità profonda e commovente.»

Roberto Ciccarelli, Capitale disumano. La vita in alternanza scuola lavoro. Forza lavoro II, manifestolibri (saggistica)

«Nei paesaggi del capitalismo contemporaneo, siamo tutti in alternanza scuola lavoro: ovvero in processi di eterna transizione lavoro/non lavoro, autosfruttamento e valorizzazione, in eterna valutazione.»

Elio Grasso
Mary B. Tolusso, L’esercizio del distacco, Bollati Boringhieri

«“Il passato appare quando vuole, vive come vuole, riesce solo a non morire”. In questa frase prende forma il pensiero che Mary B. Tolusso consegna al romanzo che ho scelto come opera narrativa dell’anno: L’esercizio del distacco, pubblicato da Bollati Boringhieri la scorsa primavera. L’attenzione è dovuta non solo per evidenti meriti compositivi. Nella Trieste immobile e segretamente algida tre ragazzi vivono in un seminario a due passi dal groviglio Balcanico: dentro una vertigine esistenziale che riporta agli odierni ordinamenti, sciupati e rabbiosi, dove la pietà non ha più residenza. Tolusso ha sulla spalla la cinepresa di Bertolucci prestata a una scrittura incommensurabile, in vista dei pericolosi confini innalzati come muri. Le tre anime adolescenti si muovono in frontiere geografiche e mentali, ognuna verso la sua sorte: i loro corpi attraversano gli ultimi decenni del Novecento e giungono agli anni Duemila. In una realtà che neppure le favolose particelle cosmiche – studiate dalla protagonista per darsi ragione delle sfasature spazio-temporali – potranno salvare. È la legge di questo romanzo: l’amore incondizionato e frontale verso gli sbalzi irresponsabilmente fortificati dei punti cardinali.»

Mariasilvia Iovine
Marcello Introna, Castigo di Dio, Mondadori

Martyna Kander
Zerocalcare, Macerie prime: Sei mesi dopo, Bao Publishing

Lorenzo Mari
Andrés Barba, Repubblica luminosa, La Nave di Teseo

Elisabetta Michielin
Ermanno Cavazzoni, La galassia dei dementi, La nave di Teseo

Marco Renzi
Gianluigi Simonetti, La letteratura circostante, Il Mulino

Valentina Marcoli
Leonardo Malaguti, Dopo il diluvio, Exòrma edizioni

Marco Petrelli
C. E. Morgan, Lo sport dei Re, Einaudi

«Il più potente, maestoso e originale apporto al Southern gothic degli ultimi anni.»

Stefano Rizzo

Hideshi Hino, Hell baby, Dynit

«Storia senza paragoni per l’incredibile durezza, lo sconfinato dolore ma anche una poesia al di là di ogni retorica che il tratto dell’autore riesce a comunicare al lettore con fisicità ed icasticità unica»

Carlo & Enrico Vanzina, Artigiani del cinema popolare , a c. di Rocco Moccagatta, Bietti (saggistica)

 

«Attraverso un’intervista fiume tra le più belle e approfondite mai fatte ad autori italiani e in una serie di ottimi saggi brevi si può capire (tra le altre molte cose) cosa sia (stato) fare cinema dagli anni settanta ad oggi e anche qualcosa in più sul nostro paese.»

Umberto Rossi
William Vollmann, I fucili, minimum fax (narrativa)


Thanh Nguyen Viet, Niente muore mai, Neri Pozza (saggistica)


«Terzo volume della monumentale serie Sette sogni, I fucili è un iceberg narrativo, misto di romanzo storico, memoriale, saggio: una spedizione non solo mentale tra i ghiacci dell’Artico, e la ricostruzione della disastrosa impresa di Franklin e delle sue navi. Colpisce al cuore. Quanto a Niente muore mai, finalmente uno sguardo anche vietnamita sulla guerra del Vietnam e su come è stata raccontata.»

Paolo Simonetti
Nick Drnaso, Sabrina, Coconino Press (narrativa)

Philip Roth, Perché scrivere. Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013, Einaudi (saggistica)

«Come ci insegna ogni anno il Nobel, elargire premi e stilare classifiche letterarie può rivelarsi un’attività insignificante e persino, in certi casi, controproducente. PULP Libri si impegna da anni a proporre consigli di lettura spassionati, e come si è letto tra queste pagine il 2018 è stato ricco di uscite valide e importanti. Dal momento che posso indicarne soltanto una per categoria, lo faccio attraverso una scelta emotiva, segnalando due libri che hanno messo in moto l’ingranaggio sempre più restio ad accendersi della mia mente – due opere in cui talento artistico, momento storico ed emozione personale sono entrati in perfetta sintonia, si è sentito uno scatto e qualcosa è cambiato.»

Roberto Sturm
Gilberto Severini, Dilettanti, Fandango Editore

Sara Tosetto
Jesmyn Ward, Salvare le ossa, NN Editore (narrativa)


Siri Hustvedt, Le illusioni della certezza,  Einaudi (saggistica)

…e auguri!