I mostri dentro di noi

Pierpaolo Vettori, La notte dei bambini cometa, Bompiani, pp. 208, euro 12,00 stampa, euro 6,99 epub

Una storia toccante quella che Bompiani ripubblica in versione ampliata, a metà tra una favola per bambini e un romanzo di formazione carico del peso dei demoni della preadolescenza. La notte dei bambini cometa segna l’esordio narrativo di Pierpaolo Vettori nel 2011, romanziere, critico musicale per le riviste Rumore e Blow Up, e in seguito anche musicista.

Un’anomalia spiazzante e al contempo una penna lieve la sua, che imprime sulla carta i mostri che da piccoli hanno accompagnato e perseguitato i più tra noi. Di questo parla il romanzo ambientato in una Torino onirica e senza tempo, contornato da una colonna sonora nostalgica degli anni Ottanta e Novanta, gli anni in cui i ragazzi erano ribelli per natura e desideravano ardentemente seguire le orme di idoli punk rock come Sid Vicious e i suoi Sex Pistols, Siouxie, Cure, Joy Division, Led Zeppelin, Kiss, Ramones tanto per citarne alcuni.

Il protagonista di queste pagine è il piccolo Zeno Vivaldi, legatissimo al cugino Miki e segretamente innamorato della cugina Chloe, ma chi narra le vicende in prima persona è Ulmer, l’amico immaginario di Zeno e unico collegamento con i mostri nascosti agli occhi del mondo nei sotterranei del Cottolengo. Zeno ascolta le storie di Ulmer, le disegna e inventa una filastrocca per ognuno di quei bambini dimenticati, accrescendo così il buco nero nel suo cuore.

Dopo la perdita del cugino Miki per un tumore, Zeno trascorre un’estate dai nonni nella campagna torinese assieme a Chloe, bloccata lì a causa delle insistenze di Irene Darcangelo, una compagna di scuola molto difficile e con serie problematiche familiari che Irene ha scelto di affrontare con vari tentativi di suicidio e sfidando le regole della sua famiglia e della società, isolandosi e indossando abiti scuri come riflesso del mare oscuro che le si agita dentro.

Per una serie di eventi Zeno incontra Irene e in lei si rivede un poco, soprattutto per il senso di colpa per lo affligge dalla morte di Miki. Una figura amica è fondamentale in questi momenti di crisi, una spalla su cui piangere è necessaria per crescere e guardare in faccia i demoni del passato. Irene capirà di non essere sola nonostante l’indifferenza dei genitori, e Zeno affronterà i suoi mostri con uno sguardo più maturo. Pochi giorni che segnano i due ragazzi aprendo loro gli occhi su tante sfumature che li circondano invisibili.

Nonostante le premesse del romanzo inizialmente strizzino l’occhio a una storia focalizzata principalmente sulle vite che popolano il Cottolengo, Ulmer accompagna il lettore come un eccellente Cicerone nell’inferno della preadolescenza e dei demoni del passato. Ulmer, che un po’ come le fate esiste solo se ci si pensa, è in realtà persistente quanto un sogno, palpabile solamente in un momento di solitudine, ma se il lettore avrà un pensiero da dedicargli potrebbe scorgerlo accanto a lui mentre sorride.