Hungry Minds / Quello che c’è da sapere sulla Storia dell’umanità

Hungry Minds, The Book. Manuale definitivo per la ricostruzione della civiltà, tr. di Stefania De Franco e Cristina Popple, Marsilio, pp. 404, 730 ill. a colori, euro 95,00 stampa

La mole del volume, la rilegatura e la scelta della carta (la Favini Arena Ivory Bulk da 120 g., per chi non è del settore, è una carta vellutata che rende l’effetto pergamena e libro antico senza problemi di trasparenza e venature) già ci danno conto del “The” determinativo del titolo. Non un volume artistico e basta, non una edizione di lusso e basta; bensì uno spiraglio su un immaginario bambino che non ci ha mai abbandonati. Se l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers rappresenta il simbolo dell’avvio dell’illuminismo segnando così un nuovo passo anche nelle pubblicazioni di genere, The Book pare voler ricordare proprio la funzione di svelamento e risveglio che un libro, un libro così, dovrebbe svolgere sul lettore. Per rendere ancora meglio l’idea del libro antico sono stati adottati l’utilizzo di testi in color seppia bruciato (tipico dei disegni a sanguigna) e di tavole grafiche rese come disegni a china e inchiostri, proprio in pieno stile Encycopédie con schemi, numeri, erbari e giungle, intercalate qua e là da piccole didascalie esplicative ma, come da avvertenza, con solo “informazioni di carattere generale”.

Il volume come un grande scrigno di storie e magie. L’intento pare essere quindi quello di ricordare agli adulti di oggi il sapore della scoperta, e del gioco (non a caso il collettivo che lo ha creato si chiama Hungry Minds, “teste affamate”, e i suoi componenti dispersi nei vari Continenti provengono tutti dal settore dei giochi da tavolo), dando la sensazione di avere un tesoro tra le mani e al contempo la grande responsabilità nello sfogliarlo. Diviso in 23 sezioni, o saperi, ciascuno dei quali declinato con diverse scoperte e svolte in quel determinato settore, spaziando dalla medicina all’industria, dalla comunicazione al cibo.

La chiave di lettura non deve, a mio avviso, essere quella del susseguirsi cronologico delle scoperte quanto quella del metodo scientifico di base: quell’arte dell’inciampo (citando Carlo Rovelli). Il porsi una domanda, il tentare una strada per poi cambiare direzione e proseguire a porsi altri quesiti, per essere continuamente curiosi di una realtà che per quanto si indaga resta sempre sconosciuta nella sua essenza.

Un grande libro, il libro, per ricordarci quanto il sapere sia grande, mutevole e in divenire; quanto l’uomo sia piccolo ma geniale nel cercare di capire, nell’immaginare. E proprio all’immaginazione di ciascuno parlano le pagine e i disegni come monito e memoria di cosa voglia dire conservare la nostra umanità: saper sognare oltre i limiti imposti dal corpo, dai confini, dalla fisica e dal conosciuto. Non saremmo quelli che siamo se non ci fossero stati esseri umani che dopo aver visto un problema non avessero sognato di poterlo superare, che hanno immaginato vie inesplorate, che hanno confutato teorie date per assunti. Ecco perché “The” – questo libro incarna in sé tutto ciò che qualsiasi altro libro dovrebbe essere: porta sul sogno, su una narrazione, su infinite possibilità e vite.