La sconosciuta della Senna è un romanzo sorprendente, dotato d’incredibile e impressionante trepidazione per un affascinante mistero, rievocato nella perplessa sospensione tra le discordanti esortazioni dell’attesa e del terrore. L’autore controlla la condizione cognitiva dell’espansione timorosa con l’irrequieto svolgimento di eventi intricati, include la tortuosa macchinazione dell’intrigo, occulto e ingannevole, percepisce l’intensità dell’incertezza inquisitiva, suggerendo l’empatia nelle situazioni inspiegabili e drammatiche. Addensa magistralmente una trama originale con l’impenetrabile provocazione delle conseguenze spaventose degli eventi, disorienta la concezione immaginifica della cronaca, profetizzando una manipolazione della struttura temporale della narrazione. L’accorgimento stilistico usato collega gli elementi corrispondenti alla congiuntura della estrema inquietudine, l’intesa determinante all’azione cruciale e vorticosa della soluzione investigativa.
Il libro sovrappone l’ambiguità dell’enigma all’esitazione dell’indagine terrificante e disperata, celebra nell’ombra dell’esasperata sensibilità la dinamicità ossessiva dello stato di preoccupazione, genera uno stravolgimento emotivo nella disgregazione sconvolgente e tragica della storia. La storia afferma il pensiero occulto degli elementi essenziali e coinvolge l’intimità arcana nel disegno spazio-temporale ultraterreno trascendendo il limite sovrumano di un contenuto che riflette la contemplazione tra la ricerca della verità e il contesto fascinoso dei segreti.
L’ispirazione del romanzo nasce da un reale fatto di cronaca accaduto intorno al 1900, quando una donna non identificata, morta in circostanze strane, sarebbe annegata tra le acque della Senna. Guillaume Musso prende a pretesto la giovane donna (che in questo caso si chiama Milena Bergman e viene salvata, ma ha perso la memoria) per allestire nello stesso scenario evocativo della Senna lo spiegamento dell’indecifrabile e inspiegabile orientamento della segretezza del fiume, della densità impregnata di opaco e cupo smarrimento. La concentrazione dell’inchiesta compromette il groviglio del destino, attraverso il capitano Roxane e lo scrittore Raphaël Batailley, ex fidanzato della Bergman. Musso scaglia l’incognita minacciosa in una congettura di laceranti sospetti e quesiti agghiaccianti, afferra nel limite perfido tra la sensazione della vita e della morte una dispersione giustificata nella realtà parallela. Il trasferimento descrittivo dell’esperienza e della conoscenza umana fonde l’architettura conturbante degli inevitabili colpi di scena con uno stile accattivante e inconfondibile nell’affrontare l’attrazione ineluttabile per l’incastro perfetto dell’impossibile, trasformando il caos generato dalla connessione reciproca dei personaggi.
L’elaborazione del materiale intricato in un rompicapo torturante dissesta l’equilibrio ipnotico del linguaggio, leviga la cadenza vitale e trascinante delle tracce di un’esistenza indefinita, oltre i demoni degli inganni e le incertezze dei raggiri, smaschera la messa in scena indovinata ad arte, la fatalità nel senso della vita, interpreta una sensibilità spirituale nel viaggio interiore nascosto nel concatenamento intuitivo degli avvenimenti, concede all’evidenza finale l’epilogo sorprendente di una soluzione dal carattere ragionevole e contemporaneamente illogico delle cose. L’atmosfera immaginaria sorprende la psicologia onirica della deduttiva intelligibilità, decifra l’esitazione nell’indugio della mente dei personaggi, proietta la prospettiva nell’ottica inconscia riflettendo l’assurda distorsione nella superficie della colpevolezza nelle inesplorate variazioni letterarie. La solennità irruente del genere letterario identificato come thriller travolge il lettore all’interno di una spirale incessante, che ha nell’avvertimento in epigrafe al libro la sua migliore traduzione: “Ho vinto molte battaglie nella mia vita, ma ci ho messo del tempo ad abituarmi all’idea che, a forza di vincere battaglie, si finisce per perdere la guerra” (Romain Gary, La promessa dell’alba).