Grange, Tardi / Nel “bianco & nero” del ’68

Dominique Grange, Jacques Tardi, Elise e i nuovi partigiani, tr. Stefano Sacchitella, Oblomov, pp. 183, euro 25,00

Nella collana di grande formato “Eisner” di Oblomov (fascinoso oltre che pluri-impegnato progetto editoriale di Igort) è stato pubblicato questa graphic novel di sicuro impatto oltre che di grande testimonianza sociale. Autrice della sceneggiatura è Dominique Grange, chanteuse e attivista politica fin dai tempi del maggio francese, anno 1968 di gesta che hanno segnato un’epoca. La sua Canzone del maggio fu importata nel nostro paese da Fabrizio De André (inserita nell’album Storia di un impiegato), e qualunque cosa si pensi sulla narrazione di quegli eventi resta il fatto che lotta e resistenza erano allora nell’aria come mai in seguito, e nella bocca di coloro che battevano quelle strade e quei selciati.

I disegni di questo romanzo grafico ci riportano l’arte del celebrato Jacques Tardi, certamente non nuovo a opere il cui impegno è parte della storica bande dessinée francese. E non inferiori sono le sue incursioni nel noir e nella pura avventura: Tardi ricrea da par suo le atmosfere oscure del mondo di Manchette, con la trasposizione di quattro opere che Oblomov tempo fa ha ripubblicato in un Integrale definitivo.

L’Elise narrata è una cantante di Lione giunta a Parigi ai tempi della lotta d’indipendenza algerina, ma è quando esplode la furia del ’68 che la donna si ritrova ancora in campo, contro la denuncia della brutalità poliziesca, in favore di diritti a cui nessuno può rinunciare. Le tavole di Tardi ci proiettano in un’epoca di luci e ombre, dove dal bianco e nero avvolto dall’inesorabile grigio parigino sgorgano fiotti di rosso sangue ben più vividi della nostra immaginazione di lettori. Epoca di molti ricordi vividi contrastasti da altrettanti ricordi fasulli da parte di chi oggi tenta una controinformazione fuori di sesto. L’intento degli autori di dimostrare che le battaglie d’allora erano giuste si conferma soprattutto nelle pagine in cui il “fumetto” si trasforma in cronaca, in immagini fuoriuscite dai quotidiani formato “lenzuolo” allora in voga. Il grande formato ne facilita la comprensione, fa risaltare l’integrità dei fatti: documenta seguendo una posizione netta.

La biografia “estesa” di Grange segue dappresso la vena creativa di Tardi, ricreandosi l’un l’altra con continue citazioni e relazioni, l’esperienza è generosa e proiettata a piene mani nelle vaste pagine dell’album. Le graphic novel non sono strettamente fumetto, così come non sono cinema e nemmeno romanzo, ma tutte e tre le arti si parlano in un colloquio fatale. Il lettore s’immerga nella personale colonna sonora che in questo caso s’infoltisce di canti di resistenza, dalle voci di protagonisti non nominati molti dei quali non sono più fra noi. Grange lo scrive nella postfazione: “né autobiografia né fiction” ma racconto collettivo di chi si trovò in quegli anni sulla strada a cantare la stessa canzone.