Tutti conosciamo la storia di Anne Frank. Sono stati scritti libri sulla sua vita, la sua esperienza nell’alloggio segreto, la sua fine nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Il suo Diario – la cui pubblicazione e diffusione è stata possibile grazie al lavoro del padre Otto, unico sopravvissuto della famiglia Frank – letto da milioni di persone in decine di lingue diverse, è stato portato sul grande e piccolo schermo, e a teatro. Ed è diventato anche una graphic novel nel 2017, grazie ad Ari Folman, il regista israeliano candidato all’Oscar per Valzer con Bashir, in collaborazione con il suo art director David Polonsky e pubblicato in Italia da Einaudi.
E ora, sempre per l’editore torinese, esce un’altra graphic novel dell’importante regista, nato a Haifa nel 1962 e figlio di ebrei polacchi sopravvissuti ai campi nazisti. Questa volta, Folman si avvale della talentuosa penna di un’altra sua collaboratrice, l’illustratrice israeliana Lena Guberman. Se la storia è sempre quella di Anne, il racconto ha un punto di vista insolito e decisamente originale: quello di Kitty, l’amica immaginaria che diventò la destinataria del diario di Anne.
“12 giugno 1942 – Spero di poterti confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che mi sarai di grande sostegno.”
Siamo nella Amsterdam dei nostri giorni; una notte, dalle pagine del diario, Kitty si materializza nelle stanze che sono state per due anni il rifugio segreto della famiglia Frank e che ora sono diventate un museo. Kitty è disorientata, cerca la sua amica, non capisce perché, durante il giorno, la casa sia visitata da decine di persone che sembrano non vederla. E infatti, Kitty è invisibile all’interno dell’alloggio, mentre diventa una persona vera al di fuori; ma se si allontanasse troppo dal diario – il suo “cuore” – svanirebbe definitivamente.
Kitty ha bisogno di sapere cosa sia successo ad Anne, perché non è più nella loro casa, dove sono finiti tutti gli altri abitanti. Per conoscere la verità, deve leggere il diario. E per farlo, lo deve rubare. Ricercata dalla polizia olandese, trova aiuto in Peter, un giovane ladruncolo che si rivelerà amico fidato e che aiuterà Kitty non solo a scoprire il destino di Anne, ma anche a conoscere una realtà che non sembra essere molto cambiata dai tempi della guerra.
“Cara Anne, non ho parole per descrivere il dolore e il rimorso che provo per non essere riuscita a salvarti quand’era ancora possibile […] non ho potuto far niente per cambiare la realtà e tenerti in vita fino a vedere avverarsi i tuoi sogni: primo fra tutti, il sogno di diventare una scrittrice famosa, che il tuo amato papà ha realizzato per te. […] E il mio Peter sta facendo tutto il possibile per realizzare un altro dei tuoi splendidi sogni: aiutare altri bambini come te che ancora oggi soffrono nel mondo, vittime delle armi e delle stragi compiute dagli uomini. Gli stessi uomini che tu credevi fondamentalmente buoni”
Dov’è Anne Frank è un’incantevole graphic novel, che racconta con delicatezza e originalità la tragedia di una ragazzina diventata il simbolo di ciò che la discriminazione e l’oppressione, l’odio e l’ignoranza, l’incapacità di capire l’altro e la paura possono causare. Ieri come oggi.
E, mentre il racconto di Folman ci restituisce una nuova versione del messaggio del Diario, le bellissime illustrazioni di Lena Guberman ci permettono di “vedere” le due amiche: Anne, con il suo aspetto sbarazzino e lo sguardo intelligente e curioso che abbiamo imparato a conoscere grazie alle fotografie che di lei sono rimaste; e Kitty, la sua amica del cuore, esattamente come Anne deve averla immaginata. Qui sono una accanto all’altra, come due normali adolescenti, che nella loro amicizia trovano il sostegno per affrontare le brutture del mondo.
Ricordare Anne Frank, ciò che è successo, fa parte della nostra memoria storica. Grazie a una forma d’arte come la graphic novel, come spiega nella sua Postfazione, il regista Folman spera che il messaggio di Anne sia recepito e accolto dai giovani perché lo trasmettano alle generazioni future, affinché nulla vada dimenticato.