Massimo Recalcati, La notte del Getsemani, Einaudi, pp. XII – 104, euro 14,00 stampa. euro 7,99 ebook
Fuori Gerusalemme, nei pressi di un piccolo campo, c’è Getsemani (frantoio, in aramaico), il bosco degli ulivi. Gesù vi si ritira in una lunghissima notte durante la quale si compie il tradimento, e la condizione umana del Dio incarnato assume, nel suo segreto, la forma predestinata. La pesantezza dovuta all’estrema solitudine lo chiude in un vuoto abissale, qualcosa che probabilmente durante i suoi giorni eroici non aveva immaginato o presentito. È la notte del doppio tradimento (Giuda e Pietro), la notte in cui l’entrata festosa in Gerusalemme scompare e tutti lo abbandonano, gli stessi discepoli si addormentano lasciando il loro maestro dentro l’ineluttabilità della notte. Avanguardia della morte prossima, di cui Gesù è cosciente, destino di cui aver paura, poiché in quella notte tremenda Gesù è interamente uomo e prega. Ma Dio è silente. E Recalcati verifica nelle sue pagine assertive come sia il destino a comandare gli eventi, e a sorpassare ogni richiesta d’aiuto.
Gesù si rende conto come la Legge sopravanzi ogni suo intento, e quanto sia determinato il ciclo della passione che proprio in quella notte ha inizio. La distanza di Dio rende l’uomo (perfino Gesù, potrebbe dirsi) al massimo della sua condizione, e questo spiega perché proprio uno psicanalista ritorni alla notte del Getsemani. Non c’è riscatto dalla condizione umana, il silenzio divino alimenta il dolore nelle sue più intime cellule, e lo psicanalista può trovare il modo di trattarne il peso. Gesù si consegna al proprio destino così come tutti noi non possiamo fare altrimenti: questo affronta il libro di Recalcati (nato da una conferenza tenuta nel Monastero di Bose nel 2017), iniziando dal momento cruciale in cui si alza l’Osanna dell’entrata in Gerusalemme e Gesù veramente entra nel culmine radicale della sua predicazione.
L’asprezza verso le istituzioni è la chiave di volta, contro lo svuotamento da lui attuato i funzionari sacerdotali non possono che reagire. Il tradimento dell’eredità di Abramo, il mancato riconoscimento di quanto è stato a loro consegnato, sono resi visibili da quell’uomo che mostra come il patto sia azzerato. Per questo lo uccideranno. Il Dio cristiano, ora “solo un uomo”, è preso nella catena di eventi già scritti. Recalcati circoscrive le sequenze della caduta: Gesù annuncia ai discepoli gli eventi prossimi, mostrando di conoscere bene, subito dopo l’ultima cena, il destino suo e le loro reazioni, da una parte il tradimento di alcuni, dall’altra il sonno dei restanti.
Recalcati insiste, giustamente, sull’assenza di genuflessione in Gesù mentre conduce sé stesso al di là della paura della morte. Gesù è la porta che conduce la vita oltre la morte. E non è indenne il passaggio, attraversando il tradimento, l’angoscia e la solitudine. La forza del desiderio in Gesù, contrapposta al desiderio “politico” di Giuda, gli ha permesso chiamate irresistibili, eventi ampiamente noti attraverso le scritture evangeliche. Per lo psicanalista il transfert negativo di Giuda, unito al più misterioso e triplo misconoscimento di Pietro, consegnano Gesù al resto della notte definendo lo scandalo del cristianesimo: il silenzio di Dio di fronte all’invocazione del figlio. Ma la Legge non può essere interrotta, sebbene il Dio biblico in alcuni momenti lo abbia fatto, ma non c’è risposta a colui che in quel momento prega nella sua interezza d’uomo.
La consegna infine è attuata, al termine della notte del Getsemani. Lo psicanalista racconta l’ultimo passo, lo esplicita nel dichiarare che “la fede più radicale non sorge dalla presenza ma dall’assenza di Dio”, affermazione vertiginosa per molti di noi ma che trova una profonda lezione nel Getsemani e in questo libro che la descrive.