Francesca Diotallevi / Enigma Rol, chi era costui?

Francesca Diotallevi, L‘ultimo mago, Neri Pozza, pp. 240, euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub

«I suoi sono tentativi disperati di stabilire un rapporto con le forze che lo abitano. Sforzi disumani di addomesticare la tempestosa notte magnetica che lo invade». Queste le parole che Francesca Diotallevi, autrice sopraffina, fa pronunciare a Federico Fellini nel suo ultimo romanzo dedicato all’enigmatica figura del torinese Gustavo Adolfo Rol. Non un mago, non un illusionista o prestigiatore e nemmeno un sensitivo, quest’uomo tanto misterioso quanto affascinante, non amava etichette, si definiva un semplice uomo che faceva esperimenti durante le sue famose e riservatissime serate nell’appartamento al quarto piano di via Silvio Pellico. Ha vietato per tutta la vita che uscissero pubblicazioni su di lui, si negava alle TV e ai giornalisti, non “lavorava” a comando e non ha mai concesso di essere studiato scientificamente perché, come riteneva lui, i suoi esperimenti non erano programmati né ripetibili.

Ma chi era in realtà Gustavo Rol, un truffatore oppure un uomo prodigioso? È quello che cerca di scoprire Antonio Giacosa, detto Nino, che fugge da Roma pieno zeppo di debiti contratti giocando d’azzardo, un uomo irrisolto a caccia di una storia da scrivere. Intravede un’opportunità quando la sua amica storica – e amore rimpianto – Miriam lo coinvolge in una di queste famose serate a casa di Rol. Da qui prende sempre più piede in Nino quella che si tramuterà in un’ossessione lunga tutta una vita per smascherare questa figura emblematica che non vuole fama né danaro a ricompensa dei suoi servigi.

Attraverso gli occhi di Nino componiamo la quasi totalità del puzzle che rappresenta Rol, un pezzo alla volta, con i racconti, le testimonianze e gli eventi a cui lui partecipa direttamente lasciandolo inizialmente sconvolto e confuso. Non esistono segreti di fronte a Rol, ha la capacità di leggerti dentro aiutato da quelli che definisce spiriti intelligenti, ma più di tutto non va trascurata l’ambientazione, una Torino che esce prepotente dalle pagine con le leggende e l’intreccio che ne fa indiscutibilmente capitale di magia bianca e nera.

Come per il suo penultimo romanzo dedicato alla tata fotografa Vivian Maier, Diotallevi ci accompagna come moderna Virgilio in un viaggio, consegnandoci le chiavi di una città misteriosa per fermarci all’ingresso della vita di Gustavo Rol, con il dubbio se credere o meno, rimanendo colpiti dal racconto della sconfitta predetta di Mussolini e la morte del conte Giorgio Cini: consigliamo di approfondire l’enigma Rol consultando svariate pubblicazioni e la visione di film e documentari a lui dedicati.