Eugene Thacker / Filosofia dell’orrore e orrore della filosofia

Eugene Thacker, Tra le ceneri di questo pianeta, tr. Claudio Kulesko, Nero Editions, pp. 182, euro 15,00 stampa

Esiste una linea di pensiero molto feconda che in ambito filosofico è stata definita realismo speculativo e i cui esponenti più rappresentativi sono Ray Brassier  (con il suo testo principale Nihil Unbounde e il suo nihilismo trascendentale), Quentin Meillassoux (e il suo materialismo speculativo), lo stesso Eugene Thacker (e il suo materialismo trascendentale), ai quali potremmo aggiungere gli ex-esponenti del Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) dell’Università di Warwick, gli accelerazionisti di sinistra – come Sadie Plant o il Mark Fisher del Realismo capitalista – e di destra come Nick Land e il suo Dark Enlightenment neoreazionario, inscritto nelle logiche della cosiddetta alt-right e – più lontani dalle rotte accademiche – il critico musicale post-punk Simon Reynolds, con le sue teorie socio-filosofiche rock della Retromania o David Benatar con il suo antinatalismo che, riprendendo il pessimismo cosmico dei realisti speculativi, si protende fino al Thomas Ligotti de La cospirazione contro la razza umana, testo che ci riporta alla narrativa horror e weird. Proprio dall’horror e dal weird parte Thaker (in non certo insolita concomitanza con l’ultimo libro scritto da Mark Fisher prima del suo tragico suicidio, The Weird and the Eerie, pubblicato in Italia per minimum fax e di cui ci occuperemo presto) per questo suo singolare e affascinante studio, primo volume di una trilogia che speriamo la benemerita Nero Editions presto tradurrà nella sua completezza.

Pubblicati tra il 2011 e il 2015 dalla londinese Zero Books, casa editrice interamente dedicata al pensiero critico d’avanguardia, i tre volumi comprendono oltre a quello appena tradotto – In the Dust of this Planet  – anche Starry Speculative Corpse e Tentacles Longer Than Night: silloge che va letta collettivamente e che esplora la relazione tra filosofia (specialmente nelle sue connessioni estreme e tangenziali con la demonologia, l’occultismo e la mistica apofatica) e l’orrore (inteso come esperienza del soprannaturale). Ogni libro della trilogia tratta una problematica specifica utilizzando una particolare formalizzazione attinta dalla storia della filosofia occidentale, nel nostro caso la forma della quaestio, lectio, e disputatio della scolastica medievale; negli altri due volumi successivi, la prosa aforistica e il détournement delle opere narrative horror lette come testi filosofici e vice versa. Presi nel loro insieme i tre volumi modellano le possibilità di un comparativismo filosofico che mette in relazione opere mai ordinariamente giustapposte: per esempio Nishitani, Kant, Schopenhauer, Yohji Yamamoto, Robert Fludd, Dario Argento, Georges Bataille, Dante, Lovecraft e Lautramont. Esplorando temi come le tenebre, il pessimismo, il vampirismo, il “vuoto tentacolare”, ecc. e mettendo in corrispondenza filosofia, teologia, letteratura moderna, cinema, musica black metal e quant’altro, in uno stimolante e frankensteiniano guazzabuglio.

Il primo volume della serie parte dal rapporto speculare tra filosofia dell’orrore e orrore della filosofia: l’orizzonte della narrazione orrifica del mondo e “il pensiero dell’impensabile, che la filosofia non può enunciare se non attraverso un linguaggio non-filosofico”. In un mondo sempre più impensabile, Thacker distingue tra il mondo-per-noi, mondo che interpretiamo, a cui ci relazioniamo e di cui facciamo parte; il mondo-in-sé, il mondo dato, che cessa di essere tale e diventa mondo-per-noi nel momento stesso in cui tentiamo di comprenderlo in termini umani; e lo ‘spettrale e speculativo’ mondo-senza-di-noi, la sottrazione dell’umano dal mondo, la cui unica possibile enunciazione è data nell’horror soprannaturale e nella fantascienza. Il mondo-per-noi è fenomenologicamente il Mondo; il mondo-in-sé è la Terra, in senso geo-atmosferico; il mondo-senza-di-noi è il Pianeta, in senso cosmico e cosmologico. L’horror è “un tentativo non-filosofico di pensare filosoficamente il mondo-senza-di-noi”. Da queste affascinanti premesse Thacker passa a esaminare il concetto di demone e la valenza filosofica della demonologia; l’occulto inteso come filosofia occulta, partendo dal classico rinascimentale De Occulta Philosophia di Enrico Cornelio Agrippa; e il nekros come segno che approssima il “numinoso” gotico al noumeno kantiano. In termini complessi ma godibili, il filosofo ci conduce sulle soglie di un “misticismo inumano” che si situa oltre ogni orizzonte teologico e teleologico.

Non stupisce che Thacker, autore anche di altri testi dai titoli significativi come Cosmic Pessimism (2015) e Infinite Resignation (2018), sia diventato un’icona doom mondializzata dal video di Jay-Z e Beyoncé Run, in cui il rapper americano indossa una giacca di pelle con il titolo del libro, e dal successo della serie tv True Detective, in cui il personaggio nihilista di Rust Cohle, a detta dello showrunner Nic Pizzolatto, riecheggia nei suoi profondi e desolati monologhi le fonti filosofiche di Thomas Ligotti e di Eugene Thacker. Un libro cult per vari motivi dunque, che ora anche il pubblico italiano può apprezzare e conoscere.