Filippo Scòzzari / il duello Scòzzari contro Chandler

Filippo Scòzzari, La Dalia Blu, Coconino Press, pp. 96, bianco e nero, formato 21,5 x 29 cm, cartonato con sovraccoperta, euro 22,00 stampa

La storia dietro La Dalia Blu – l’adattamento a fumetti che Filippo Scòzzari realizzò a partire dalla sceneggiatura di Raymond Chandler – è quella di una lotta tra la sfrontata ostinazione di un talento del fumetto e la compassata esperienza di un gigante della narrativa noir, una detonazione creativa che tenne impegnato il disegnatore bolognese per oltre un anno e che vide la prima pubblicazione, a puntate da fine 1980, sulla mitica rivista “Frigidaire”. Sei tavole al mese, per un fumetto di 96 pagine divenuto una specie di tortura per Scòzzari, che così ricorda quell’impresa nel suo eccezionale memoir del 1996 Prima pagare poi ricordare (Castelvecchi, 1997): «Giuro che non avevo l’intenzione di farne un fumetto, non so qual era la mia intenzione, ma lo lessi, lo trovai una boiata completa, floscia e moscia, e decisi di farne un fumetto a modo mio. […] Un impegno d’onore che numero dopo numero mi torturò per più di un anno. Grrr».

Alle origini di questa “scelta” vi era, appunto, un obbligo morale con Oreste Del Buono, che aveva preso a cuore (e a denari) il progetto di “Frigidaire” e procurato i diritti sulla sceneggiatura di Chandler, più cinque milioni a sostegno dello sforzo editoriale. Oggi La Dalia Blu torna sugli scaffali grazie all’impegno di Scòzzari e di Coconino Press, che pubblicano l’edizione “definitiva” con tutte le tavole restaurate, emendate, riscritte e ridisegnate. La lettura di questo classico diventa così ancora più fresca e coinvolgente, poiché di pagina in pagina la voce del fumettista della controcultura italiana degli anni ’80 diventa sempre più energica, più veemente e dissacrante.

La Dalia Blu di Scòzzari è decisamente un ripensamento del romanzo di Chandler, che viene sezionato, reciso e riadattato in funzione di una narrazione schietta, dinamica, sarcastica. L’utilizzo di un linguaggio audace e la vena evidentemente irriverente scandiscono una storia fatta di misteri, tradimenti e delitti, in cui un reduce di guerra torna a casa dalla moglie e si ritrova invischiato in un intrigo classicamente hard-boiled. Tra femme fatale, biscazzieri, poliziotti privati e delinquenti, Scòzzari si (pre)occupa di scardinare la formula da cinema americano e rimontare la storia in maniera ben più moderna, per arrivare a un finale che deride ogni aspettativa tradizionale. Nella nuova edizione restano anche i riassunti in forma di didascalia, che originariamente scandivano le diverse puntate su rivista e che poi erano state eliminate dalla versione in unico volume. In realtà il lavoro di Scòzzari prende lentamente una deriva sempre più personale e “umorale”, che proprio questi riassunti ironici e pungenti rafforzano nello spirito e nel registro di scrittura. Lo scandire delle tavole si concentra sempre più sul succo della storia e soprattutto sui suoi personaggi, costruendo psicologie e incastri umani nel pieno stile underground italiano.

Come sempre, leggere Scòzzari significa aprirsi a una visione narrativa originale e mai scontata, realizzata (come diceva Andrea Pazienza) “con l’umiltà di chi da sempre è schiavo della propria arte, e non datore di lavoro del proprio talento”. Accostarsi alla nuova Dalia Blu di Coconino significa dunque godersi appieno non solo le singole tavole di quest’opera, ma anche l’impertinente – e ovviamente illuminante – prefazione dell’autore, insostituibile valore aggiunto per un libro che è già nella storia del fumetto del ’900.