Ferruccio Pinotti / La piovra massonica e la natura del potere in Italia

Ferruccio Pinotti, Potere massonico, Chiarelettere, pp. 751, euro 22,00 stampa, euro 9,99 epub

Nell’affollato panorama dell’editoria italiana di quando in quando appaiono libri imperdibili. È questo il caso dell’ultimo lavoro di Ferruccio Pinotti, giornalista e scrittore che da anni conduce indagini delicate e scottanti, penetrando con ammirevole pertinacia in limacciosi e tenebrosi meandri per portare alla luce il purulento intreccio di poteri che governano l’Italia. Le sue ricerche sull’omicidio del banchiere Roberto Calvi, sull’Opus Dei, sulla massoneria, sugli intrecci tra politica, finanza e cosche mafiose, sulle origini delle fortune di Berlusconi e gli appoggi in Vaticano, sono pietre miliari del giornalismo d’inchiesta.

Il libro in questione, pubblicato nel fosco anniversario della scoperta della Loggia massonica P2, introdotto dallo stesso autore e con la prefazione dell’immancabile Aldo Cazzullo, già nel sottotitolo reca una dichiarazione di guerra: La “Fratellanza” che comanda l’Italia: politica, finanza, industria, mass media, magistratura, crimine organizzato. Ora, il mondo è pieno di teorie complottiste e cospirazioniste che avvelenano l’infosfera, più o meno sensate, spesso strampalate. Ma qui siamo davanti a un’inchiesta tanto avvincente quanto rigorosa e documentata – frutto di anni di indagini, si avvale del contributo di valenti colleghi come Stefano Mazzola, Maria Grazia D’Errico e della ricercatrice Eleonora Salina –, che ricostruisce la storia e l’ininterrotta influenza delle logge massoniche in Italia, con brevi accenni alle logge estere, da cui quelle italiane storicamente discendono.

Pinotti affronta la complessa materia senza pregiudizi, proponendosi equilibrio di giudizio e una lucida gestione della considerevole mole di dati e testimonianze raccolte. Motore della ricerca è una cogente domanda, che a sua volta ne sgrana altre, altrettanto ineludibili: quanto conta oggi la massoneria in Italia? Quale è lo stato delle cose a quarant’anni dalla scoperta di quell’Antistato incistato nello Stato che è stata la loggia massonica Propaganda 2? Esistono ancora poteri occulti che determinano a ogni livello le nostre vite? Se sì, quali sono e come sono tra loro interconnessi? Quanti e quali sono i “fratelli” di loggia e quali posizioni di vertice occupano nella società italiana?

Per trovare le risposte l’autore scava nel presente e nel passato del potere massonico in Italia, nei suoi collegamenti internazionali. L’inchiesta, condotta con interviste esclusive (memorabili quelle a Gelli e Cossiga), atti giudiziari, fonti “coperte” e prove documentali, ci conduce alla comprensione del fenomeno massoneria, del suo ramificato potere nella realtà contemporanea. Impresa ben complicata poiché essa, insieme alla Chiesa cattolica, è una delle due grandi “strutture sistemiche di potere” che storicamente si contendono il predominio in Italia. Associazioni dagli organici e dai segreti ferreamente custoditi, su cui girano informazioni nebulose e frammentarie che ne ostacolano lo studio e l’analisi.

L’autore ha ben chiaro che quando ci si occupa di massoneria, materia oltremodo complessa, ci si muove su un doppio livello: quello ufficiale, pieno di simboli e riferimenti a figure di alto spessore; e un secondo livello, oscuro e carico di sinistre valenze: l’uso del segreto come mezzo di potere incontrollato, la trasformazione della rete delle logge in comitati d’affari o in partiti politici, i rapporti con il crimine organizzato, con i servizi segreti deviati e con il terrorismo stragista. Il problema dunque non è l’esistenza in sé delle logge massoniche – che in determinati momenti storici hanno anche avuto dei meriti nello sviluppo sociale e culturale del nostro Paese –, ma si pone quando esse si tramutano in associazioni che perseguono fini illegali, in opportunità d’infiltrazione delle mafie nell’economia reale e nella politica, in strumenti di riciclaggio e centri operativi del voto di scambio politico-mafioso, in consorterie che determinano le sorti di magistrati, di concorsi universitari, di carriere politiche, di alti gradi militari, di cariche istituzionali e servizi segreti, dei consigli di amministrazione delle banche e degli istituti finanziari, la fortuna di imprenditori e industriali.

Pinotti evita di soffermarsi sugli aspetti esoterici, filosofici, simbolici, sapienziali e rituali dell’universo massonico, e focalizza la sua inchiesta sulla comprensione del potere della massoneria nella società italiana, articolandola su cinque piani. Parte da una necessaria ricostruzione storica del potere massone nelle istituzioni e nella politica italiana, dalle origini settecentesche, all’Unità d’Italia, al fascismo; prosegue analizzando figure apicali quali Presidenti della Repubblica e del Consiglio, ministri, grand commis, alti funzionari dello stato e importanti banchieri, da cui emerge netta e chiara la consistenza del potere massonico nel nostro Paese. Nella terza parte affronta, con l’ausilio di testimonianze e documenti inediti, i capitoli più oscuri della massoneria: il “patto inconfessabile” con le organizzazioni criminali e mafiose, l’infiltrazione nella magistratura e i processi aggiustati, il lavoro della Commissione Antimafia. La quarta parte analizza la questione del potere in ambito economico e finanziario, ricostruendone gli aspetti più controversi e i maggiori scandali che hanno funestato gli ultimi decenni della nostra storia. Nella quinta e ultima parte il viaggio in questo criptomondo prosegue con un reportage sulle principali obbedienze massoniche italiane (il Grande Oriente d’Italia, la Gran Loggia d’Italia e la Gran Loggia regolare), realizzato attraverso interviste, colloqui, partecipazione a incontri pubblici e riservati, raccolta di dati sensibili. L’inchiesta si chiude con delle interviste di “controcanto” ad ex appartenenti ed esperti che analizzano criticamente storia e realtà della massoneria.

Di particolare interesse i paragrafi su vicende recenti e contemporanee della politica italiana, come le stragi del 1992-93 e gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino che hanno mutato il corso della storia italiana – come già era avvenuto con l’omicidio “di Stato” di Aldo Moro –, il patto del Nazareno, le riforme tentate e realizzate da Renzi, la “strana parabola” del Movimento Cinque Stelle, “la vera storia del governo Conte”, fino a Draghi, “l’uomo benedetto da massoneria e Vaticano”, e agli esiti delle sue privatizzazioni.

Le conclusioni? Da far gelare il sangue ai lettori. Il libro dimostra che la massoneria costituisce “uno dei network di potere più stabili nel disegnare gli equilibri del potere e nel creare alleanze, talvolta anche criminali, con altri poteri: dai servizi segreti alle mafie e al terrorismo, dall’alta banca alla speculazione finanziaria selvaggia, governando e indirizzando le politiche interne e il fenomeno della globalizzazione secondo linee spesso imperscrutabili, infiltrando e facendosi infiltrare persino da un altro ‘potere forte’ e bimillenario quale la Chiesa cattolica”. La massoneria sarebbe insomma un fondamentale tessuto connettivo in ambito politico, economico, finanziario e istituzionale, un “fiume carsico” che attraversa, ora in superficie ora sommerso, la storia d’Italia, periodicamente soggetto ad infiltrazioni criminali e colpevole di criminose e scellerate svendite di pezzi dell’economia nazionale.

In questo quadro sconfortante, il viaggio “infernale” intrapreso da Pinotti porta al pettine il mai risolto nodo della democrazia nel nostro Paese. In quanto espressione di un mondo arcaico, fondato sulla cooptazione e la negazione del merito, la massoneria rappresenta infatti una patente sconfitta per una democrazia moderna, per uno Stato socialmente e culturalmente avanzato. A porre un freno a questa deriva illiberale e antidemocratica non è certo bastata la legge Spadolini-Anselmi del 1981, che si è dimostrata ampiamente – e volutamente, si apprende, tra le altre rivelazioni contenute in questo libro – incapace di intaccare un potere impenetrabile, che negli anni ne è uscito addirittura rafforzato. Per scardinare un sistema così perverso urgerebbe, innanzitutto, un cambio di paradigma culturale, il superamento di una mentalità appunto arcaica. E, a livello di intervento normativo, una legislazione ad hoc che ne impedisca commistioni malavitose (anomalia peculiare della massoneria italiana), in grado di regolamentare il problema spinoso della double loyality alle istituzioni nel caso di cariche pubbliche (organi costituzionali, militari, magistratura, università e quant’altro) e delle autorità regolatorie dell’economia e della finanza. Già, ma chi potrebbe farla questa fantomatica legge, se non un comitato di massoni?