Douglas Rushkoff, Michael Avon Oeming. Esoterismi multinazionali

Douglas Rushkoff, Michael Avon Oeming, Aleister & Adolf, tr. Marco Cedric Farinelli, Magic Press Edizioni, pp. 102, euro 14,00 stampa

La copertina in rosso, bianco e nero non lascia dubbi: Aleister è il “mago” Crowley e Adolf è il “criminale” Hitler. Il fumetto intricato è dedicato a quell’inquietante e disordinato rapporto tra il Nazismo e l’esoterismo, tema che si affianca, instancabile, ad analisi del nazismo più legate a economia e geopolitica, alle specificità del nazionalismo, all’antropologia e alla genetica, fino alla propaganda. Personalmente credo che la Confindustria tedesca, impegnata da decenni in una dura repressione antisindacale, abbia influito sul successo del Nazismo molto di più degli argomenti messi in campo dalla Società Thule, tuttavia è questo un tema ricorrente e ben presente nella propaganda e nella costruzione di una identità artificializzata del nazionalismo tedesco. Dai plurimi contributi di George L. Mosse fino all’illuminante Culti di sangue. Antropologia del nazismo (Carocci, 2000) di Édouard Conte e Cornelia Essner, il nazismo si mostra agli studiosi come un fenomeno globale, coerente con la sua volontà totalitaria di determinare ogni aspetto della vita personale e sociale, un’infiltrazione assoluta che nega l’individuo per interconnetterlo e integrarlo a una entità collettiva definita da attributi razziali. In questa ottica l’esoterismo offre spunti straordinari e una tradizione occulta secolare per contrapporre la cultura nazista a quelle razionaliste del Capitalismo e del Marxismo.

La sceneggiatura del fumetto è opera di Douglas Rushkoff, importante teorico dei media che proviene dalla cultura underground statunitense e dalla frequentazione di Timothy Leary. Legato alla cultura cyberpunk e alla sinistra creativa statunitense. Rushkoff è certo stato un estimatore di quel capolavoro difficilmente classificabile che è la trilogia degli Illuminati di Robert A. Wilson e Robert Shea, tradotti in italiano da Shake. I disegni del graphic novel sono invece di Michael Avon Oeming, artista versatile che ha lavorato per Daredevil, Judge Dredd, B.P.R.D., Avengers e Catwoman. Complessivamente l’opera riprende il modello classico della narrativa fantastica che parte dal ritrovamento causale nel presente di documenti, libri, opere artistiche o segnali che sono in grado di intercorrelare due diverse epoche. In questo caso, senza svelare troppo della trama, troviamo un addetto di computer graphic che si trova a che fare con ribelli che lo trascineranno in una vicenda di spionaggio esoterico coinvolgente l’esoterista e scrittore inglese Aleister Crowley e la sua collaborazione con i Servizi segreti alleati durante la Seconda guerra mondiale. Sullo sfondo, Rudolph Hess e Hitler e la loro affiliazione alle sette esoteriche tedesche che convivevano nel sottobosco di frustrazione seguito alla sconfitta della Prima guerra mondiale e alle vessazioni economiche dei danni di guerra che condannavano la Germania a un’esistenza subalterna.

Non è un caso che la vicenda si muova dagli uffici di una multinazionale i cui archivi sono depositari di segreti che non accettano di essere dimenticati. Inoltre, ed è una delle più utili invenzioni esoteriche, vediamo come certe forze della Natura non possano essere piegate dalla capacità razionale umana e riescano, alla fine, sempre a trovare uno squarcio in cui infilarsi e rideterminare la realtà. Aleister & Adolf vive di quella seduzione che, a partire da Isaac Newton, fisico, matematico, teologo e alchimista, sostiene un rapporto tra la scienza propriamente detta e altri saperi non ben definiti e proprietà di alcuni specifici individui. A un’idea democratica del sapere, che diparte dalla fisica galileiana, si attorcigliano un insieme di scienze iniziatiche, elitarie, contraddittorie, non verificabili, di cui le scienze odierne sono solo una parte.

Il nazismo, lo sappiamo, ha vissuto un rapporto difficile con la scienza. Da un lato, l’importante tradizione della chimica e dell’ingegneria tedesca aveva definito processi di ricerca e sviluppo altamente razionalizzati che non furono mai messi in discussione, anzi scientificamente messi in atto da mano d’opera in schiavitù rapita dalle altre nazioni – dall’altro, la fisica teorica, nonostante l’importanza di Werner Heisenberg nel Partito nazista, sembrava sfuggire a un sapere che fosse rigorosamente tedesco.

Nella graphic novel i simboli della tradizione esoterica non fanno parte di un formalismo che descrive e prevede il comportamento della realtà, come è nella scienza, ma rappresentano elementi che sono in grado di governare la realtà. In questo senso il fumetto suggerisce un raffinato punto di vista a proposito della scienza nazista, che privilegiava la fisica sperimentale, interpretata come capacità dello scienziato di soggiogare la natura attraverso gli esperimenti, e che getta un ponte su una visione irrazionalistica del sapere che crede possa esistere un linguaggio, e con lui i suoi segni, per comandare il mondo naturale.

A ben vedere una gran parte del fantastico ruota attorno a questo ingenuo (?) paradigma, quello della scienza come capacità di comando della Philosophia Naturalis: H.P. Lovecraft, Robert William Chambers, Algernon Henry Blackwood e molti altri, ma il lavoro di Rushkoff sfugge la classicità per collegarsi alle dinamiche del Capitalismo, osservando come i simboli esoterici – diventati nel Novecento icone politiche capaci di portare morte e distruzione ben oltre l’immaginazione dei nostri narratori – sono oggi i beffardi logo dei prodotti globalizzati studiati dalle nostre contemporanee incarnazioni del male: le multinazionali.

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