Lucas Harari, L’attrazione, pp. 148, tr. Emanuelle Caillat, Coconino Press, €23,00 stampa
Il giovane Lucas Harari, raffinato autore francese alla sua seconda opera, ha creato un volume che vuole essere un omaggio all’architettura e che vi catapulterà in atmosfere suggestive e ipnotiche. Il graphic novel (già rivelazione dell’anno in Francia) è finalista ai premi FNAC del fumetto 2018 e al premio della Critica dell’ACBD (associazione dei critici e giornalisti della bande dessinée), che è uno tra i più importanti riconoscimenti del settore.
Harari si ispira nella grafica alla tradizionale linea chiara di Hergé, Ted Benoit e Yves Chaland, come peraltro si legge sul sito dell’editore, e il suo tratto deciso e dai colori freddi porta alla luce una storia magnetica ricca di ombre e doppie letture, che vi farà sentire all’interno di una fantasia con scenari e ambientazioni da favola.
Pierre è uno studente di architettura che ha come tema della sua tesi le terme di Vals, per le quali ha sviluppato un’ossessione. Queste terme, fatte di fredde geometrie incastonate nella pietra che non combaciano sulla carta, nascondono però un segreto. Una leggenda che circola nel villaggio vicino può forse spiegare quest’aura di mistero che circonda l’edificio, e questo spinge lo studente a organizzarsi una permanenza in loco per studiare la struttura delle terme dall’interno.
All’arrivo, un allevatore del posto gli offre un passaggio e gli parla di der Mund des Berges, letteralmente le fauci della montagna: leggenda vuole che nel punto da cui nasce l’acqua di Vals ci sia un passaggio che porta nel cuore del monte, e che ogni cento anni la montagna scelga uno straniero attirandolo a sè per divorarlo.
Nell’albergo incontra il famoso architetto Valeret, anche lui lì per carpire i segreti delle terme di Vals. Una sera, a stabilimento chiuso, Pierre trova una porta che non aveva notato in precedenza e che lo conduce fuori dalla montagna, nei pressi della casa dell’allevatore. C’è dunque del vero nella leggenda? Secondo i racconti del vecchio Testis sì. Lui ha visto con i suoi occhi un soldato francese nel 1914 scappare in un crepaccio e far sollevare tutte le rocce attorno a lui per poi svanire nel nulla. Pierre è intenzionato a vederci chiaro e soprattutto a recuperare il suo taccuino scomparso. Sarà tornando nelle terme vuote e aggirandosi nei corridoi infiniti che si scontrerà con Valeret, che, armato, cercherà di estocerergli le sue scoperte. Ovviamente siamo alla resa dei conti, il cui esito non si può rivelare…
Le ultime tavole dell’albo ci raccontano di un taccuino giunto al padre di Harari che il più fedelmente possibile ha voluto ricostruire i fatti che hanno portato alla sparizione di Pierre a Vals, lasciando nella mente e nel cuore del lettore il dubbio di aver solo sognato di un’avventura fantastica.