Un classico noir è quello che attende il lettore oltre la copertina di questa graphic novel. Ambientato ai nostri giorni, la sceneggiatura riceve influenze dal passato attraverso storie di streghe, riti magici, maledizioni e messe nere. Rose è la giovane protagonista che fin da piccola scopre di avere il dono di estrarsi dal proprio corpo e vagare, senza che nessuno la noti, in forma di spirito. Alla morte del padre, investigatore privato, Rose verrà a conoscenza di fatti riguardanti la defunta madre, e l’assassinio del padre e di altri personaggi: tutti coinvolti, e incastrati in una serie di matrioske che condurranno la protagonista alla verità.
La struttura narrativa – architettura precisa al millimetro –, imbevuta di fantasmi e leggende, è consigliata ai lettori amanti dell’investigatore Dylan Dog, immerso da sempre in incubi e misteri. Con i suoi continui colpi di scena la trama si dispiega come discendesse da una scala a chiocciola: il viaggio introspettivo all’interno della mente di Rose fa intendere che soltanto il perdono bloccherà una faida il cui principio risale a una maledizione lanciata molti secoli prima.
La combinazione di sceneggiatura e illustrazioni è praticamente perfetta, emozionante, e consente quel che dovrebbe sempre accadere: la totale immersione nel piacere della lettura. Il tratto è a firma di Valerie Vernay, i cui disegni hanno illustrato La memoria dell’acqua (2017) sempre per Tunuè. Un segno morbido segna le sue tavole, l’assenza di spigoli, ricorda a tratti la sostanza dello zucchero filato.
Questo albo di Tunué è un altro dei tanti titoli azzeccati e inseriti nel catalogo della casa editrice romana. L’infilata di risultati positivi tiene testa alla principale concorrenza nell’ambito del “fumetto”, rappresentata da Bao Publishing, attualmente ferma con uscite di rilievo a Zerocalcare e Leo Ortolani. Massimi rappresentanti, certamente, di questo marchio di fabbrica e capaci di aggiudicarsi la parte alta delle classifiche di vendita anche con una semplice lista della spesa.
Ultima notazione, la copertina, che rappresenta l’essenza del concetto di astrazione al centro della storia, tavola che indubbiamente incuriosisce il lettore soffermandosi sull’immagine multipla e enigmatica di Rose. Da sottolineare l’omaggio – forse voluto – al film di Ozpetek Magnifica presenza (un palazzo, all’interno della storia, che nasconde alcune “magnifiche presenze”), e soprattutto l’inserimento (dettaglio geniale) di un quadro raffigurante una villa al mare con tanto di cadaveri come contorno. Dettaglio di certo non secondario nello sviluppo della trama. E dunque, storia avvincente a cui si è trasportati riflettendo sul significato di vendetta e sulle spesso paradossali sue conseguenze.