Scritto da un ex membro del Mossad – il non sempre così infallibile, a giudicare da molte pagine di questo stesso libro, servizio di Intelligence israeliano – il volume prende in esame i detriti umani lasciati dalla Germania nazista dopo il crollo del Terzo Reich nel 1945 e i loro tentativi di riciclarsi all’interno degli opposti schieramenti dei vincitori nel corso della Guerra fredda. Molti fra i reduci più compromessi, inclusi i peggiori criminali di guerra, degli organismi di sicurezza hitleriani – la Gestapo, le SS, l’SD – ridotti al rango di avventurieri, mercenari, trafficanti d’armi, misero le proprie – come rivelano numerosi capitoli, largamente sopravvalutate – competenze al servizio delle diverse potenze in campo. Non potendo preservare intatta la loro ideologia nazista, ne salvarono solo quei frammenti che potevano rivelarsi utili in base alla scelta più consona agli interessi dei nuovi padroni. Chi, come Reinhard Gehlen – ex analista di Intelligence della Wehrmacht – aveva preservato solo l’anticomunismo scegliendo apertamente l’Occidente e guadagnandosi temporaneamente i favori della CIA e, con la Gehlen Org, del BND, il Servizio segreto federale della Germania occidentale; chi, come l’ex SS Heinz Felfe, preservò invece l’antioccidentalismo nazionalsocialista legandosi segretamente all’Unione sovietica; chi, come Alois Brunner – il “Macellaio di Vienna”, assistente di Adolf Eichmann – restò fedele all’antisemitismo collaborando col regime di Assad in Siria e con l’FLN algerino (e per queste attività filoislamiche – e indirettamente filosovietiche – fu oggetto per ben due volte di attenzioni esplosive da parte dello SDECE, il servizio segreto francese prima, e del Mossad poi: sopravvisse a entrambi i pacchi bomba, perdendo un occhio a causa del primo e quattro dita della mano destra a causa del secondo); chi infine, come Beisner, Schaefer, Rademacher, Rauff e perfino il più famoso e mediatico di tutti, Otto Skorzeny – il preteso liberatore di Mussolini – restarono fedeli solo a sé stessi collaborando alternativamente e secondo le convenienze con la Germania dell’Ovest e con quella dell’Est, coi francesi e con gli algerini, con americani e russi, con siriani, egiziani e – perfino – israeliani.
Non meno spregiudicati dei fuggiaschi nazisti si dimostrano infatti i governi dei paesi “democratici” che se ne disputano gli uffici: la Germania di Adenauer recluta tranquillamente, attraverso Gehlen, ex gerarchi nazisti, SS e ufficiali della Gestapo e ugualmente fa la Stasi della Repubblica Democratica Tedesca; i francesi si fanno sentire solo quando i propri interessi vengono minacciati per la vendita di armi al FLN algerino, con gli attentati ai trafficanti Brunner e Beisner (che perde una gamba nell’esplosione della sua auto); più ipocriti di tutti gli israeliani che non esitano a reclutare Skorzeny e perfino antisemiti molto peggiori di lui come Walter Rauff – ufficiale dell’SD di Heydrich e responsabile dei furgoni-camere a gas mobili utilizzati nelle zone occupate, causa della morte di quasi 100.000 persone in maggioranza ebrei – quando il Mossad sta organizzando l’operazione Damocle per ostacolare gli aggiornamenti missilistici minacciati da Nasser e affidati dal dittatore egiziano a scienziati tedeschi. Mentre con piena cognizione e approvazione di Ben Gurion e Golda Meir, il governo israeliano arruola al suo servizio i peggiori nazisti che possono risultare utili, contemporaneamente affida a non meno efferati assassini come Yitzhak Shamir – ufficiale del Mossad e dello Shin Bet – il compito di eliminare o terrorizzare i non cooptabili: Wolfgang Piltz riceve un pacco esplosivo che mutila e acceca la segretaria e amante dello scienziato; un altro plico esplosivo inviato alla fabbrica dove si assemblano i razzi non raggiunge l’obbiettivo prestabilito ma uccide cinque operai egiziani; Heinz Krug, responsabile di un’azienda di Monaco che fornisce attrezzature militari all’Egitto viene rapito, interrogato brutalmente per giorni e infine ucciso e fatto sparire; un ex responsabile dei razzi V-2 e un professore di elettronica subiscono attentati – falliti per incompetenza degli esecutori – in Germania.
Insomma lo svelamento delle torbide e intricate relazioni fra presunto bene e presunto male, quando si guarda dietro e oltre le quinte della scena pubblica e manifesta, come questo libro ci permette di fare, suscita un profondo disgusto per gli uni e per gli altri, per i nazisti e per i pretesi cacciatori di nazisti. Un profondo disgusto per l’uomo in generale.