Daniele Biacchessi, Edy Giraldo / Brigate Rosse reloaded?

Daniele Biacchessi, Edy Giraldo, Fronte Zero, Delos Digital, pp. 80, euro 12,00 stampa, euro 2,99 epub

La mia generazione è stata l’ultima che ha potuto seguire integralmente le gesta delle Brigate Rosse. La decisione di intraprendere la lotta armata, infatti, risale al 1970 e noi, alle porte dell’adolescenza, abbiamo cominciato a sentire parlare di loro nei notiziari. Al contrario dei terroristi di destra che miravano alle stragi con la complicità dei servizi segreti deviati e dello Stato, il gruppo individuava i suoi obbiettivi con molta precisione, organizzando sequestri, attentati e azioni dimostrative. E forse per questo, proprio perché parte della popolazione si sentiva in sintonia con le scelte dei target, che hanno riscosso molta più popolarità rispetto a quella che la politica ha sempre considerato avessero. Della loro storia si è parlato molto attraverso saggi, romanzi e ricostruzioni storiche e sociali che hanno cercato di analizzare le vicende cercando cause e motivazioni a volte abbastanza fantasiose. Era un periodo in cui lo Stato voleva far valere il proprio autoritarismo, essere la diga a freno degli opposti estremismi, in cui i pochi individui avevano in mano il potere emarginando tutti gli altri: la strategia della tensione per sottomettere l’intera società.

Ma questo breve romanzo, scritto in coppia da Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, e Edy Giraldo, esperta di marketing, ci porta in un’Italia contemporanea alternativa: siamo a marzo del 2024 quando quattro reduci delle Brigate Rosse, riusciti a evitare la giustizia, organizzano un attentato contro l’ambasciatore degli Usa, simbolo del capitalismo e del liberismo. Rimasti silenti per decenni, sempre in movimento per sfuggire alle autorità, le due coppie di fratelli e sorelle, Andrea e Stella, Marco e Laura, intendono riportare alle coscienze le malefatte del potere. Si muovono in coppia divisi ma sempre in comunicazione tra loro, e il 30 marzo uccidono a Roma, durante il suo jogging giornaliero a Villa Pamphili, il funzionario americano e i quattro uomini della scorta. Dopo la loro rivendicazione, scritta con lo stile del gruppo degli anni ’70, la polizia lascia definitivamente la pista di matrice islamista. Sembra che il tempo per loro, che si sono ribattezzati Fronte Zero, si sia fermato a qualche decennio prima. Dare una scossa a un’opinione pubblica omologata e acritica con gesta estreme sembra per loro l’unica via percorribile.

La Digos comincia a indagare, e Daniele Martini, il funzionario preposto alle indagini, si troverà schiacciato tra la ricerca della verità e il volere degli USA di prendere in mano le indagini. Il lettore attento noterà senz’altro che si parla di terrorismo di gruppi eversivi per sottolineare, non troppo sullo sfondo, la svolta autoritaria del potere, le ingiustizie sociali, l’emarginazione dei più deboli che viviamo anche oggi. E se alcuni componenti della banda dubitano della propria umanità, forse gli omicidi non sono l’unica strada da percorrere: anche molti altri, tra coloro che hanno qualche potere, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza. Cosa che, purtroppo, non accadrà mai.