Siamo nel 2035 e il Friuli Venezia Giulia è diventato il Furland©, un parco di Attrazioni a tema, in cui i turisti possono rivivere periodi storici perfettamente ricostruiti, animati da attori professionisti e comparse che interpretano diversi scenari: Trieste è asburgica, alcuni paesi della Carnia sono in mano ai nazisti e ai Cosacchi, oppure liberati dalla Resistenza; in altri paesi si celebrano presunti riti celtici basati su ricostruzioni storiche per forza di cose un po’ lacunose, Aquileia ridiventa romana… Ciò che si produce e vende nel Furland© è, infatti, il passato. Al turista e ai visitatori la scelta: l’esperienza sarà forte e del tutto verosimile, fucilazioni e torture comprese, ma si può giocare con la Storia, “la più grande serial killer di tutti i tempi” senza nessun pericolo. Un po’ come in Westworld ma senza i robot!
L’ultima invenzione di Avoledo è molto più plausibile di quel che si possa immaginare (basti pensare al prossimo biglietto per entrare a Venezia, ma anche al truce episodio della donna che qualche mese fa ha indossato una maglietta con scritto Auschwitzland con i font della Disney – una sinistra crasi fra ciò che evidentemente non è più “indicibile” e i parchi gioco!). Vittorio Volpatti, Padre della nuova versione della Piccola patria del Friuli, ha semplicemente messo a regime una tendenza che ha i suoi germi ben piantati nel nostro presente.
Volpatti vince le elezioni nel 2023 con un progetto, il Grande Accordo di Sostenibilità, che, ahimè, ci suona molto famigliare: “un mondo nuovo, pulito, una terra restituita alle origini ancestrali, dove i friulani riportati a casa da ogni parte del mondo potessero vivere in pace e armonia, riscoprendo piaceri semplici, la bellezza del lavoro di un tempo, a contatto con la natura.” Che importa se per ritornare al Friuli pre-terremoto del 1976 innanzitutto si debba mettere in sicurezza il territorio da ogni elemento estraneo e non armonico? Cosa sono poche migliaia di morti o espulsi se il risultato è la felicità degli abitanti rimanenti e il Furland© diventerà “onesto, pulito, ecologico al 100%”? Insomma, sembra dire l’Autore, che ci importa se nel resto del mondo si stanno combattendo 44 guerre locali e intercontinentali?
Ma naturalmente le cose non vanno mai così lisce e la felicità non è assicurata neanche quando è a scapito degli altri: Avoledo costruisce un gustoso intreccio mescolato alle sapide riflessioni del protagonista, Francesco Salvador che, inviato a scoprire chi stia sabotando una così meravigliosa attrazione, conclude che è difficile identificare con precisione i “buoni” e i “cattivi” e forse l’unica via per non essere complici è lasciare per sempre il Furland©. Il riferimento è, l’ha detto lo stesso Autore in un’intervista, al racconto di Ursula K. Le Guin “Quelli che si allontano da Omelas” del 1973, dove la gioia e la felicità del paese di Omelas riposano su un segreto da tutti conosciuto e messo in discussione solo dai pochi che se ne vanno e non accettano di scambiare la propria “felicità” con le sofferenze indicibili di un bambino imprigionato, pena la fine della presunta “armonia” di Omelas.
L’altro “custode” di Furland© è il filosofo sloveno Slavoj Žižek e un suo “pericoloso” paradosso mal compreso (o compreso giustamente negli aspetti decisionali e verticali di Volpatti? Si aprirebbe una diatriba filosofica e politica che lasciamo ai lettori): «Il passato viene continuamente ricreato dal presente. La nuova frontiera rivoluzionaria non è il futuro, ma il passato. Riappropriandoci del passato possiamo conquistare Il futuro».
Žižek, si sa, quando parla del passato parla della rivoluzione e dell’insegnamento leninista che consisterebbe nel saper fare i conti fino in fondo con il proprio «fallimento», lo stalinismo, i gulag, ecc. fino a giungere a «ripetere l’inizio» sapendo che la rivoluzione non dà garanzie, non s’inscrive in una lineare necessità storica. È un “Evento” che si pone fuori dalla linearità della Storia. Il passato si può interpretare ma non può giustificare o legittimare il futuro. Men che meno essere riattualizzato: infatti il Furland© è una tragica farsa.
Nota. Tullio Avoledo è un po’ birichino e si diverte con il panorama letterario locale. Qualche frecciatina comprensibile solo ai lettori friulani doc!