Come si dice Strega in albanese?

Elvis Malaj, Dal tuo terrazzo si vede casa mia, Racconti edizioni, pp. 164, € 14,00 stampa, € 5,99 eBook

recensisce VALENTINA MARCOLI

Il Premio Strega, che scalda gli animi dei lettori nel periodo estivo perché tra i più seguiti e importanti sul territorio nazionale, ha visto quest’anno una prima selezione molto coraggiosa. 40 titoli tutti molto diversi tra loro, argomenti fra i più disparati proposti da autori contemporanei più o meno eccellenti. Piccole realtà editoriali che si scontrano come Davide contro i Golia in rappresentanza delle major. La seconda selezione che ha portato i titoli candidati da 40 a 12 , vede tra gli altri la partecipazione di una piccola casa editrice romana, la Racconti edizioni (che per l’appunto pubblica solo raccolte di racconti), con il titolo Dal tuo terrazzo si vede casa mia.

Tenete bene a mente questo nome: Elvis Malaj. Giovane esordiente, nasce a Malesi e Madhe, in Albania, nel 1990. A 15 anni si trasferisce in Italia, ad Alessandria, con la sua famiglia; attualmente vive e lavora a Padova. Finalista del concorso 8×8, i suoi racconti sono stati pubblicati su Effe ma Dal tuo terrazzo si vede casa mia è il suo primo libro. Non c’è traduzione perché, come ha spiegato l’autore stesso, ha sempre letto in italiano ed è venuta di conseguenza, in maniera molto naturale, la stesura nella sua “nuova” lingua.

All’interno di questi racconti troverete comunque parecchi termini e addirittura intere frasi in albanese, forse per un senso di appartenenza o di riconoscenza nei confronti della patria natia, e frasi brevi, storie che corrono veloci sulle pagine per non annoiare il lettore. Ciò che rimane chiudendo il libro è la stessa sensazione che si ottiene da una chiacchierata al bar con un caro amico al quale devi assolutamente raccontare quello che ti è successo, ma anche una consapevolezza maggiore di un popolo che effettivamente si può osservare dal nostro terrazzo, oltre il mare, e che in fondo non conosciamo così bene.

Tra le varie curiosità, lo sapevate che il nome proprio “Marenglen” esiste solo in Albania? E che, come viene descritto nel racconto “A pritni miq?” , questa espressione viene usata dagli albanesi in difficoltà per richiedere ospitalità ai connazionali? Perché “la casa dell’albanese appartiene all’ospite e a Dio”, sentimento che in Italia è decisamente latente. Purtroppo.

Racconti molto forti, taglienti, una scrittura dissacrante e a tratti provocatoria, storie che mostrano un lato molto umano dell’autore e dei personaggi. Il libro si apre con una scelta concreta, il racconto “Vorrei essere albanese” in cui il protagonista ha un diverbio con dei ragazzini italiani in un bar, e s’interroga fino a che punto occorre ridursi per ottenere credibilità e rispetto. Ne “Il televisore” invece si mette in atto una tragicommedia in cui un televisore rotto passa da parecchie mani prima di concludere la sua vita di elettrodomestico, ma non voglio aggiungere ulteriori dettagli per non togliere al lettore il gusto di piegarsi in due dalle risate.

Nella speranza che finalmente in Italia si inizi a leggere questa speciale forma di narrativa che è il racconto e che commercialmente non è stato ancora preso in considerazione, vi prego di non sottovalutare il libro di Elvis Malaj, un libro che parla di diversità come valore aggunto, ma anche di confronto tra due popoli che hanno molti punti in comune – a loro insaputa.

http://www.raccontiedizioni.it