La leggenda narra che sotto le isole del Giappone viva un enorme pesce gatto irrequieto che quando si agita scuote terra e mari, causando terremoti e tsunami. Questo pesce gatto si chiama Namazu. Nemmeno gli dèi possono fermarlo o scacciarlo perché la sua essenza rappresenta il dolore e la paura ma anche la gioia e la liberazione, ed è dunque necessario. E se proprio un terremoto mandasse in frantumi il tempo?
È su questa premessa che si basa il romanzo di Clara Kumagai, al suo esordio, destinato a un pubblico giovane che bazzica il territorio della narrativa young adult, un settore in fervida crescita che spopola anche sui social come Booktok. Catfish Rolling raccoglie tutti gli elementi principali per attrarre e incuriosire lettori più o meno forti: c’è il Giappone con la sua cultura e le sue tradizioni sempre molto affascinanti, l’elemento del mistery e del fantasy con gli yokai e le leggende che pullulano soprattutto nelle campagne del territorio, il legame familiare tra adolescenti e genitori un po’ spericolati che ricalcano in qualche modo il modello delle serie tv americane, e il tema dell’amicizia e dell’amore LGBTQ+ di stretta attualità.
Quando un terremoto colpisce il Giappone, il tempo si frantuma, si modifica e nascono in tutto il Paese delle sacche temporali in cui il tempo scorre distorto. Sono zone pericolose, recintate, a cui è proibito l’accesso e si dice popolate da ombre. In una di queste zone la giovane protagonista Sora perde madre e nonno. Da quel momento inizia il vero calvario emotivo per lei e il padre, che vanno alla disperata ricerca dei famigliari scomparsi nel nulla, inglobati da queste crepe temporali, con il rischio di perdersi in un baratro senza possibilità di ritorno.
Sora è hafu, (dall’inglese metà) figlia di padre canadese e madre giapponese: un forte limite per la sua crescita, e dunque allontanata da tutti perché considerata diversa, una straniera dal momento del trasferimento definitivo da Vancouver al Giappone, costringendola a imparare da zero un’intera cultura assaggiata solo nelle vacanze estive. Il gusto del proibito affascina chiunque, a maggior ragione una neo diplomata annoiata senza amici e con un padre ossessionato dal suo lavoro di ricercatore scientifico presso un’azienda che studia un metodo per sfruttare le zone. E quindi perché non reinventarsi guida per turisti e racimolare qualche yen? Una di queste gite potrebbe diventare l’occasione per riconoscere in un’ombra sua madre e riportarla a casa. Ma la distorsione del tempo in queste aree procura delle conseguenze con cui Sora dovrà aver a che fare ben presto in maniera definitiva.
La giovane compie un viaggio incredibile fra ricordi e saggezza popolare grazie a cui riscopre il vero significato di abbandono, di famiglia, di lutto, ripartenza: un viaggio, in definitiva, dentro di sé. Catfish Rolling risulta un romanzo di formazione intenso e una lettera a cuore aperto da parte dell’autrice, che con Sora ha molto in comune essendo a sua volta hafu (Kumagai è di origine giapponese, canadese e irlandese) ma anche una piccola denuncia al capitalismo e all’innovazione che irrompono in maniera spregiudicata in tutti i campi, a partire da quello ecologico e ambientale, senza preoccuparsi dei danni provocati. Un paio di dettagli rendono particolarmente prezioso il romanzo: i titoli dei capitoli trascritti sia in italiano che in kanji, la copertina intarsiata di riflessi dorati, e il bordo delle pagine decorate con meravigliose illustrazioni floreali.