Ci sono libri che segnano profondamente la vita dei lettori, testi che aprono interrogativi su grandi temi, sulle scelte fatte, sul modo di affrontare questioni sociali fondamentali. Dopo due raccolte di racconti e un romanzo dove parlava principalmente di rapporti affettivi individuali, Charles Baxter, uno dei tanti ottimi scrittori tradotti in Italia da Mattioli 1885, allarga il suo orizzonte abbracciando una contemporaneità assoluta, uno squarcio di realtà calata perfettamente nei nostri tempi. Il collettivo del sole è un romanzo polifonico, dove ogni personaggio porta qualcosa nella narrazione, dove i punti di vista mutano di fronte all’evoluzione delle situazioni.
Raccontare la trama è riduttivo per un romanzo così complesso, dotato di una profondità di analisi straordinaria, e non rende onore al valore assoluto dell’opera. C’è la storia di una coppia di lungo corso, i Brettigan, che vivono sereni dopo anni di convivenza basando il loro rapporto sulla complicità e la condivisione: alla scomparsa volontaria del figlio Tim, ex attore deciso a ricostruire la sua vita dopo un evento drammatico, la madre Alma comincia a parlare con i suoi animali domestici, un cane e un gatto, affermando che possono capirla e risponderle. Il marito Harry spera nel ritorno del figlio continuando la sua esistenza fatta di abitudini, e un giorno crede di vederlo tra un gruppo di senzatetto: quando lo chiama il ragazzo scappa e lui non è certo che fosse proprio Tim. Poi c’è Christina, una giovane donna alle prese con una nuova droga quantistica, il Telefono Blu, che fa vivere contemporaneamente in dimensioni diverse: una persona alla ricerca della sua identità e forse di un amore, un lavoro in banca che non la soddisfa ma la sua vita sembra prendere una piega diversa, un senso, quando incontra Ludlow, un uomo trasandato e affascinante che la introdurrà nel Collettivo del sole, un gruppo antagonista che porta aiuto ai bisognosi ed emarginati. Il loro scopo è liberare la società dal consumismo, il punto più alto del fascismo: sono contro i centri commerciali, nuove cattedrali che spingono al consumo frenetico facendo perdere di vista la giustizia sociale e sono anche contrari alla tecnologia, arma di isolamento sociale.
Ambiente, rapporti di coppia, amore filiale e solitudine da tecnologia sono i temi portanti di un romanzo dai scenari complessi: si può cambiare il mondo senza ricorrere alla violenza oppure è necessario macchiarsi di un crimine contro chi vuole fare vittime innocenti per dare la scossa a una rivolta generale? Interrogativi quanto mai attuali in una situazione globale di neoliberismo che ha reso i lavoratori merce ricattabile, che alimenta i peggiori rigurgiti nazionalisti e fascisti, che rimanda le soluzioni al cambiamento climatico, che continua a sfruttare le risorse del pianeta senza ritegno, che fa del consumo il suo motore trainante, la nuova droga sociale. Baxter apre molteplici spunti di riflessione con il suo stile asciutto e moderno, usando i dialoghi in maniera magistrale. I personaggi sembrano staccarsi dalle pagine per animarsi accanto al lettore che percepisce i loro dubbi e i loro stati d’animo. Un romanzo militante come pochi altri, con una visionarietà più credibile della realtà stessa, un grido di allarme contro la deriva nichilista che sta portando l’umanità alla rovina.