Torna Charles Baxter, autore pubblicato a partire da Festa d’amore (2014) da Mattioli 1885, la casa editrice di Fidenza che in questi ultimi anni ha saputo scovare autori di qualità da noi rimasti a lungo sconosciuti. Dopo un romanzo e un’antologia di racconti (Vorrei che facessi una cosa per me, 2016), lo scrittore di Minneapolis conferma le sue qualità di narratore di short stories. Accostato ai grandi autori di narrativa breve come Raymond Carver, Alice Munro, Anton Čechov, John Cheever e – aggiungerei – Andre Dubus, con i sette racconti e la novella presentati in Credenti, Baxter indaga sui diversi tipi di amore e sui risvolti che possono nascondersi tra le pieghe di un sentimento.
C’è chi l’amore poi lo trova davvero, come la Jodie del racconto che apre l’antologia, Buttare via, o chi parlando di reincarnazione arriva a filosofeggiare su amore, sofferenza e dolore tra un drink e un altro, in un’atmosfera fortemente carveriana. O, ancora, una coppia, Saul e Patsy, che vive due diversi tipi di travaglio all’interno del matrimonio. Proseguendo nella lettura, incontriamo Lo spettacolo della piena, uno dei più bei racconti in assoluto che abbia mai letto. Qui Marilyn, una donna bellissima, ha lasciato il marito, Conor, perché la ringrazia ogni volta dopo aver fatto l’amore e le mostra un’incrollabile e continua gratitudine per aver scelto lui tra tanti. Per lei una situazione insopportabile, tanto da abbandonare anche il figlio che ora vede di nascosto. Conor si è rifatto una vita sposando una collega della ex moglie, Janet, da cui ha avuto due gemelli. Lei lo ama per gli stessi motivi per cui Merilyn lo ha lasciato, ma quando scopre l’ex moglie con il suo primo figlio seduti su una panchina, e prova ad avvicinarsi finisce in un fiume in piena rischiando di affogare.
Ma è in Credenti, la novella che chiude il libro, dove sembrano convergere le doti di introspezione tipiche dell’autore statunitense. Baxter narra la storia di un prete cattolico la cui fede entra in crisi in crisi nella relazione con una coppia benestante, le cui motivazioni appaiono per certi versi oscure e ambigue. Il posto della fede verrà occupato dall’amore per la moglie e per i figli, trasformando il protagonista da prete in crisi a marito e uomo irreprensibile, il cui esempio risulterà però impossibile da seguire per il figlio, voce narrante della storia.
Difficile in queste brevi note riuscire a rendere l’idea precisa di come la delicatezza dello stile e la profondità nel tratteggio dei personaggi rendano queste storie uniche e indimenticabili, in grado di toccare corde sensibili di ogni lettore. Non è solo l’amore sentimentale che Baxter affronta, ma anche quello filiale e genitoriale, amicale e sociale: anche la fede è vista come un particolare tipo di amore, al pari di quanto sperimenta Dubus in alcuni suoi racconti. Baxter prende il meglio della letteratura breve e la rielabora con personalità, con uno stile autonomo e originalità, con trame che lasciano tracce indelebili nella mente e negli occhi di chi legge. La capacità di trasmettere immagini, con la semplice descrizione di un gesto, di un ambiente, di uno sguardo o, appunto, di un sentimento, è la qualità più pregnante, anche se non l’unica.