L’importanza dell’editoria cattolica nel fumetto italiano della seconda metà del Novecento diventa sempre più chiara man mano che i grandi capolavori dei maestri degli anni sessanta, settanta e ottanta vengono riscoperti dagli editori di oggi. Il Giornalino (e prima ancora Il Vittorioso) ha segnato l’evoluzione del medium fumetto in maniera fortissima. Il Giornalino significava in quegli anni Sergio Toppi, Massimo Mattioli, Sergio Zaniboni, Dino Battaglia, Giorgio Cavazzano, Tiziano Sclavi, Lino Landolfi, Carlo Peroni, Luciano Bottaro, Toni Pagot, Gino D’Antonio, Kurt Caesar e moltissimi altri. Ma tra tutti gli autori che hanno lavorato per il settimanale delle Edizioni San Paolo, ha avuto un posto particolare Gianni De Luca, tra i più grandi innovatori della storia del fumetto. Se Il Commissario Spada, serie dalla modernità impressionante (formale ma anche di contenuto: in una sua storia compare per la prima volta il terrorismo in una storia di fiction italiana) è stato riproposto in volume unico da Mondadori, la Trilogia Shakespeariana, uno dei suoi capolavori della maturità è stata ripubblicata da NPE nel 2019 nello splendido bianco e nero originale. La Trilogia, con la sua resa mozzafiato del tempo che scorre attraverso le differenti posizioni che assumono i personaggi nello spazio, è uno degli esempi più riusciti di sperimentazione formale, pur conservando un’altissima leggibilità. Ora come seconda uscita della collana, di Gianni De Luca viene pubblicato per la prima volta in volume unico una storia apparsa a puntate sul settimanale paolino nel 1987 e che alcuni ritengono il suo capolavoro, ancora più potente delle sue già strabilianti versioni di Shakespeare. Si tratta di Paulus, una grande prova grafica con la quale De Luca sperimenta contemporaneamente con le tecniche della pittura e del disegno, utilizzate a fini narrativi con effetti drammatici indimenticabili.
Ecco in breve cosa racconta Paulus. In un lontano futuro, in un sistema galattico dominato da un dittatore onnipontente, il Supremo Autocrate Tempo Spazio, uno storico e bibliotecario di nome Paulus viene a conoscenza della vicenda di Gesù e di San Paolo attraverso uno speciale riproduttore di testi antichi capace di visualizzare gli eventi del passato. Attraverso la storia della conversione di San Paolo e dei martiri cristiani, la cui lettura era vietata anche ai ricercatori, verrà travolto dal messaggio del Vangelo come venne travolto Paolo di Tarso e troverà infine la forza di ribellarsi al potere che lo schiaccia.
Come dice Gianni Brunoro nella bella introduzione al volume, Paulus è un vero e proprio kolossal, come forse non se ne è più realizzati e lo è sia per l’ampiezza (cento pagine) sia per l’utilizzo di una doppia tecnica senza precedenti dominata con maestria assoluta. Le vicende del futuro sono infatti disegnate con inchiostro acquerellato, quelle relative ai “filmati” del passato sono rese attraverso i pennelli e le tempere. De Luca narra e disegna, con eccelsa padronanza del mezzo, la storia di una lettura sconvolgente (o di una visione) che sarà determinante per le scelte di Paulus e per la sua vita.
Se Gianni De Luca è l’autore principale di Paulus ed è stato un genio indiscusso, il soggettista e sceneggiatore è Don Tommaso Mastrandrea. Giornalista e direttore de Il Giornalino dal 1976 al 1999 ha commissionato l’opera a De Luca fornendogli la sua sceneggiatura con la collaborazione di Renata Gelardini per le ricerche storiche.
Se l’idea di ambientazione nel futuro e l’impostazione fantascientifica di Matrandrea è indovinata, è la realizzazione visiva di De Luca a rendere quest’opera commovente e di rara potenza drammatica. L’impostazione della tavola e il ritmo delle sequenze, nonché la scelta delle inquadrature associata alla doppia tecnica di cui dicevo prima, sono i motivi principali che fanno da propulsori della storia e che la rendono un unicum nella storia del fumetto italiano.
Dopo questa storia Gianni De Luca si metterà al lavoro su I giorni dell’impero, opera di grande impegno che purtroppo lascerà incompiuta. Come è incompleto anche Io mio, un’opera totalmente libera e personale su cui si sa pochissimo (un fumetto per me, come disse l’autore alla figlia Laura nella stupenda e lunga intervista pubblicata sul quarto volume dell’edizione BD di Il commissario Spada). I giorni dell’impero uscirà prossimamente come terzo volume della collana dedicata a De Luca. Su Io mio, probabilmente solo abbozzata, rimane il mistero.