Ciascuno di noi ha maturato nel proprio immaginario una visione composita e idealizzata – secondo le letture che ha condotto e i libri che ha incontrato – del luogo in cui i propri autori del cuore hanno scritto i loro capolavori. Solitamente, forse per il meccanismo dei neuroni specchio, i lettori hanno immaginato luoghi simili a quelli descritti nei romanzi, oppure al contrario hanno pensato a stanzette scarne e monacali nelle quali raccogliersi. Però poi, la figura dello scrittore restava mitica, avvolta volutamente in quell’alone di mistero che si intravede quando capita di ritrovare foto d’epoca. Ma cosa accade se anziché immaginare si chiede, direttamente agli scrittori, di raccontare dove scrivono? Può nascere un volume intelligente e succoso, ricco non solo di luoghi, ma anche di storie.
Ventotto autori si raccontano, attraverso il “luogo della scrittura”: quel posto intimo nel quale si sentono al sicuro, liberi di creare e isolati da ciò che è intorno. Il posto dei racconti non è solo fisico, è anche il quadro astratto che si compone nella mente e che poi appare sul foglio. Foglio a volte di carta altre volte monitor di un portatile. Ciascuno con la sua cifra stilistica, la propria punteggiatura, il peculiare lessico a cui ogni autore ci ha abituati nei suoi libri. Anche la mera descrizione di una scrivania o del bancone di una biblioteca diventa arte del narrare.
Carlotta Sanzogni e Pietro Baroni riescono in questo volume a costruire un caleidoscopio di vite e posti, luoghi reali o meno. Alcuni scrittori necessitano di un luogo fisico ordinato e sempre uguale nel quale solo la loro mente possa vagare e spaziare, interrogando i personaggi e le situazioni; altri devono muoversi, vivere una bolla all’interno del mondo che scorre attorno a loro, con la necessità viscerale di potersi estraniare e separare da ciò che ormai è abitudine.
Ciascuno troverà il romanziere che meglio identifica con la propria fantasia e forse qualche spunto per poter entrare in silenzio nell’intimità della creazione di un mondo. Perché di questo in fondo si tratta: tessere una connessione con ciò che di più intimo ha chi scrive, con il momento e il luogo della creazione. Si verrà sorpresi da chi racconta di un grande armadio come finestra sullo storyboard, o da chi necessita di sparpagliare fogli in tutta la camera da letto per poi capire come essi “interagiscano” tra loro, o ancora da chi sceglie a caso oggetti da una libreria che costituiranno i cardini per un’avventura. Ci si ritroverà per terra a gambe incrociate sulle piastrelle di una cucina a seguire con la bocca aperta una delle menti più brillanti del panorama degli intellettuali italiani che spiega la nascita del suo pensiero partendo da una mattonella; ma anche dentro a una lettera usata come pretesto per poter parlare dello scrivere, dell’atto artistico che si compone, del pensiero che muove la penna o digita sulla tastiera.
Oltre al dove, già dal titolo si andrà alla ricerca del come: quali meccanismi vengono messi in atto, quali sollecitazioni fanno scattare la scintilla. In più di un racconto si trovano cose e avvenimenti comuni (la signora che sale le scale con i sacchetti della spesa, o il ragazzo che aspetta il treno in stazione col panino in mano), ma che ciascun autore sa rendere unico, speciale, avvenimento inedito con la cifra che lo contraddistingue. Ed è tutta lì la differenza tra l’appuntare la lista della spesa, la cronaca e lo scrivere racconti o romanzi, con la capacità di far nascere curiosità e necessità di immersione nel lettore, di creare qualcosa che travalica la semplice osservazione e rende ogni immagine qualcosa di vicino ma diverso da come la si vedrebbe nel quotidiano.
Le foto di Pietro Baroni fanno da corollario ai testi e investono chi guarda le foto di ulteriori narrazioni: quella a colore dei volti e quella in bianco e nero dei luoghi. Le persone sono vive, nitide, possono mostrare ciò che vogliono o ciò di cui hanno discusso con l’artista prima dello scatto; i luoghi sono invece una sorta di piccolo puzzle che ciascun osservatore può comporre e decodificare secondo i propri gusti e le proprie attitudini. Un libro non solo a più voci, ma a più linguaggi, stili, livelli e personalità. Testi che compongono il mondo di chi scrive e lo descrivono o lo amplificano, dilatano, nel tempo e nello spazio; testi che svelano un po’ di quella magia che ostinatamente, malgrado le librerie di casa siano già strapiene, e spinge il lettore a comperare un altro libro e a entrare ogni volta nel mondo e nella mente di chi lo ha scritto.