Carlos Fonseca / L’eredità fra le carte inaspettate

Carlos Fonseca, Museo animale, tr. Gina Maneri, Sellerio, pp. 476, euro 17,00 stampa, euro 10,99 epub

Un uomo riceve un pacco da una donna ormai morta, pacco che forse gli rivelerà il significato di una relazione e di una ricerca iniziata anni prima. Ricorda come tutto sia iniziato con la strana telefonata alle cinque del mattino. Giovanna Luxembourg, famosa stilista, vuole lavorare a un nuovo progetto, una mostra sul mimetismo, una strana metasfilata, e vorrebbe la collaborazione del protagonista. Lui, curatore del museo di storia naturale nel New Jersey, ha da tempo abbandonato le velleità intellettuali che aveva in gioventù, ma Giovanna ha letto e apprezzato un suo vecchio articolo sul “quinconce”, schema simile al cinque del domino che si ripete infinite volte in natura. La collaborazione fra i due prende da subito una strana piega: lunghe conversazioni notturne e innumerevoli schizzi che non sembrano portare a niente. Il protagonista lascia questi incontri confuso, e si reca ormai per abitudine in un bar, dove scruta un’anziana signora che con ossessiva meticolosità esamina enormi quantità di giornali.

Periodicamente, l’indecifrabile Giovanna scompare per ricomparire settimane dopo, e riprendere conversazioni sull’arte concettuale, il subcomandante Marcos e tanti strani animali. Tancredo, ironico amico del protagonista, crede sia tutto una farsa, ma il protagonista non può lasciar perdere: l’enigmatica Giovanna Luxembourg, con il suo travestimento di lenti a contatto colorate e capelli platinati, il suo pseudonimo, gli indizi di una strana infanzia e uno spagnolo perfetto, è lei stessa un mistero.

Infine Giovanna scompare del tutto. Dopo anni, il protagonista scopre dai giornali della sua morte, e riceve il misterioso pacco pieno di carte da esaminare. Forse, da questa ricerca a ritroso nella mente e nel passato di Giovanna, riuscirà a ritrovare inizio e fine.

Insieme al protagonista anche il lettore è coinvolto nell’esplorazione di questo labirinto che finisce per includere tre continenti, molte voci e diverse atmosfere. Si inizia dalle cupe atmosfere dei sobborghi di New York, con momenti strani e inquietanti in stile Paul Auster, per poi passare a torride e allucinatorie giungle in un viaggio nel passato individuale e artistico degli anni Settanta. La caratteristica più spiccata di questo romanzo di Fonseca è però un’altra: una vertigine di riferimenti e allusioni fra arte concettuale, famosi e oscuri avvenimenti storici e tradizioni arcane in cui il lettore stesso si perde tra frammenti di eventi reali e inventati, parallelismi e simmetrie intenzionali o immaginate. È un libro in cui perdersi, darsi alla ricerca ossessiva, e finalmente arrendersi all’inspiegabile, e godersi l’equilibrio tra farsa e tragedia che regge il romanzo.

Seconda opera di Carlos Fonseca dopo Coronel Lágrimas, Museo Animale riflette in un certo senso il background culturale dell’autore cresciuto in ambienti molto diversi fra loro, fra paesi latinoamericani e anglosassoni: considerato astro nascente della letteratura in lingua spagnola, vive in Inghilterra e insegna al Trinity College di Cambridge.