Un’attonita Parigi

Enrico Pandiani, Un giorno di festa, Rizzoli, pp. 306, euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub

In un’epoca violenta e confusa come la nostra, in cui non si capisce più chi è il cattivo di turno perché è diventato troppo potente per arrivargli abbastanza vicino da scoprirne il nome, non è un caso se il genere letterario che in qualche modo si fa carico di agire da lente d’ingrandimento sociale, cercando di analizzare fatti e misfatti che avvengono e si ripetono in maniera eccessivamente rapida per concedere spazio alla comprensione, è senza dubbio il noir.

Si muovono in questo solco alcuni scrittori capaci di sfruttare il mezzo dell’intrattenimento tout-court con l’obiettivo finale di sottoporre ai lettori dubbi, domande e perfino ipotesi di possibili risposte sulle angosce che minano le nostre certezze. In particolare dall’11 Settembre 2001, giornata in cui abbiamo imparato che il pericolo può piovere dall’alto in qualunque momento e nessuno è pronto a subirne le conseguenze.

Il torinese Enrico Pandiani ne fa parte a pieno titolo con la saga della “brigata criminale” che va sotto il nome di Les Italiens: un corpo speciale di polizia nato in Francia da persone di origine italiana. E che, all’italiana, sono intoccabili. Guai a sfiorare un qualsiasi membro della contenuta quanto agguerrita task force agli ordini del commissario Pierre Mordenti, perché in questo caso i colleghi si comporteranno come si fa in famiglia, o fra moschettieri: uno per tutti e tutti per uno.

Mai il concetto fu in precedenza meglio messo in pratica rispetto a quanto accade nel nuovo capitolo della fortunata serie, da cui sarà per altro tratta ben presto una fiction televisiva.

In Un giorno di festa il compagno di un noto membro femminile della brigata viene assassinato in circostanze misteriose mentre si trova alla guida della propria auto. Da un po’ di tempo Fred Céline, questo il nome della vittima, uno sbirro della stradale di Parigi, si comporta in maniera sospetta. Leila Santoni se ne accorge, sì, ma ne attribuisce gli atteggiamenti a un periodo di crisi che i due stanno attraversando. Nulla insomma la porta a supporre che Fred possa beccarsi la fatale pallottola, sparata, lo scopriremo quasi subito, da una particolare arma da fuoco. Un tipo di arma che difficilmente ci si può procurare, a meno che non si faccia parte di qualche cellula di stampo terroristico.

Sopravvissuta all’attentato, Leila, che viaggiava accanto a Fred nei pressi di Royan, si dà alla macchia non senza tentare di contattare con la massima prudenza i compagni di squadra, i quali, Mordenti in testa, si attivano per recuperarla e ricostruire insieme a lei i frammenti di un’intricata vicenda che potrebbe concludersi con un attentato di enormi proporzioni ai danni del popolo parigino – e che pare programmato per la festa nazionale del 14 Luglio.

Che cos’aveva scoperto Fred di così importante da non poterlo condividere con la compagna – nonché, in fondo, collega? E chi è la misteriosa donna che l’ucciso incontrava prima che il mondo si capovolgesse? Una donna dalle mutevoli identità e che in questo romanzo riveste il ruolo di personaggio invisibile. Non la vedremo praticamente mai, se non nelle pagine finali – e in un modo che è meglio non anticipare ora. Eppure proprio lei è di fatto il fulcro attorno al quale ogni elemento prende a girare, sempre più vorticosamente.

L’altra grande protagonista, tutt’altro che invisibile, resta però Parigi. Ancora attonita dopo il recente episodio terroristico del Bataclan, che Pandiani ricorda nelle sue pagine tentando d’interpretare il punto di vista di chi, diversamente da noi, nella città che ne è stato il tragico teatro ci vive tutti i giorni.

(Gianluca Mercadante ha anche recensito Polvere, sempre di Enrico Pandiani.)

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