Mathias Enard, La perfezione del tiro, tr. Yasmina Melaouah, Edizioni e/o, pp 183, € 16,00 stampa, € 11,99 eBook
recensisce VALENTINA MARCOLI
La cosa più importante è il respiro. Il suo ritmo lento e regolare.
Uno dei migliori incipit letti negli ultimi tempi. Mathias Enard possiede il mestiere di trascinare il lettore in un mondo affascinante e, in qualche modo, spaventoso. Ci parla di un cecchino immerso nella realtà, alle prese con tutte le banali questioni affrontate ogni giorno: nulla a che vedere con i filmici american sniper oggi di gran moda e che nulla hanno a che fare con quanto esiste fuori dalla fantasia. Ci rendiamo immediatamente conto di essere balzati dentro uno dei tanti conflitti in corso nel Medio Oriente, dove è inevitabile che siano soprattutto gli abitanti a soffrire in modo atroce nel mezzo di bombardamenti e spari per loro (e non solo per loro) insensati.
Il protagonista racconta i gesti ripetuti identici ogni giorno della sua esistenza in quel territorio. È probabile che non abbia altri e diversi metri di paragone, ma è il migliore e lo sa. Sa d’incutere timore. È stato reclutato proprio per questo motivo, lui non sbaglia mai un colpo. Il momento preferibile per scegliere un bersaglio è all’alba, quando la luce è perfetta, e non si sprecano munizioni. Lui spara pochissimo, quando punta il fucile sa bene che il proiettile non andrà a vuoto.
La narrazione avanza come se leggessimo il diario quotidiano di chi è abituato a confessarsi sulla pagina, non è difficile chiedersi se un killer abbia dentro di sé un qualsivoglia frammento d’umanità, e soprattutto chiedersi di quali problemi o tribolazioni sia preda un assassino di professione. Ci viene rivelato che in questo caso l’uomo provvede alla madre anziana e ammalata di demenza, ma che sfortunatamente si innamora della badante, la giovanissima Myrna. S’invaghisce, la desidera, la vuole. Non conosce l’amore, il professionista delle uccisioni a distanza, forse sente certe declinazioni d’odio ma un cecchino come lui non sa nulla di limiti e del loro rispetto, non sa nulla di confini. Non gli sfugge però che alla quindicenne Myrna è mancato il padre ucciso in un bombardamento.
Dunque uno strano legame, un’inquietante affinità si stabilisce fra i due. Se di amore si trattasse nascerebbe qualcosa di oscuro e corrotto, non potrebbe esistere risanamento nel corso del tempo, a nulla varrebbe la relazione platonica inaugurata fra lui e la ragazza. L’ossessione è a due passi, un rifiuto può trasformare l’oggetto del desiderio in un bersaglio. Un killer, secondo le regole della narrativa, ottiene sempre quel che vuole. Da qui a una vera caccia all’uomo (alla donna) il passo è breve. E in questo caso soltanto uno potrà sopravvivere. O forse…