Con la ghigliottina in casa

Claudio Piersanti, La forza di gravità, Feltrinelli, pp. 288, euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub

Dopo sei anni di silenzio torna sulla scena Claudio Piersanti, uno dei migliori autori della narrativa italiana contemporanea. Scrittore e sceneggiatore – ha condiviso molti film con Carlo Mazzacurati –, è stato per dieci anni direttore di una rivista di neurobiologia e giornalista scientifico per la TV.

Conosco di persona Claudio da molti anni e avendo letto tutta la sua precedente produzione letteraria ho atteso La forza di gravità con impazienza. Ho avuto la fortuna di leggerlo in anteprima, un paio di settimane in anticipo sull’uscita (per questo lo recensiamo due giorni prima dell’uscita), e l’ho lasciato decantare un po’. Non è un libro facile, questo di Piersanti: essenziale e rigoroso, di una pulizia stilistica estrema e precisione chirurgica, con un ritmo che non lascia pause al lettore, getta uno sguardo cinico e implacabile sulla condizione umana e la sua natura. Basta un condominio di una metropoli, all’autore abruzzese, per entrare nelle pieghe dell’animo: Serena è una giovane ragazza che ha perso precocemente la madre e vive con il padre e la zia. Il Professore è un ex insegnante a riposo, dal carattere ribelle e rissoso, che aiuta Serena nello studio, indirizzandola verso la facoltà di Medicina. Ottavio Celeste è un uomo misterioso che parla da solo, che più che apparire scompare, e vive in una casa simile a un castello con una madre maleducata e arrogante.

Serena studia continuamente, prendendosi delle pause solo per portare a passeggio i suoi cani e quelli dei vicini e per andare a trovare il professore. Ha subìto, e verosimilmente dovrà affrontare, interventi chirurgici per correggere una malformazione al mento che non sapremo mai con certezza se sia immaginaria o reale. Il Professore ce l’ha col mondo intero, ha – forse – una figlia che non vede da anni, vive da recluso consultando i suoi libri, non vede nessuno all’infuori della ragazza e ha un passato poco chiaro. A un certo punto decide di costruire una ghigliottina da tenere in casa e da qui nasce una serie infinita di problemi per lui e, di conseguenza, per Serena che gli resta accanto.

La forza di gravità è un romanzo sulla separazione e sulla solitudine, considerate necessarie per crescere, per decidere cosa fare della propria vita. Una riflessione sulle priorità, sui sentimenti e sulla conoscenza, su quel sapere che dovrebbe essere il perno su cui fondare la propria evoluzione e la propria indipendenza. Amore e scienza sembrano combattere una battaglia all’ultimo sangue, come se l’uno escludesse l’altra, e se tutti gli altri personaggi sembrano aver fatto la loro scelta, Serena, nel momento in cui esce dal bozzolo del condominio e della famiglia per frequentare l’università, comincia a porsi delle domande. Solo dopo che Ottavio Celeste e il Professore scompariranno dalla sua vita, capirà quello che effettivamente vuole. E scosterà, definitivamente, i capelli dal volto che aveva sempre coperto per nascondere quel mento che non le sembrava completo.

Claudio Piersanti ci regala un testo con una trama lineare, con personaggi sui generis e situazioni bizzarre, a volte ai limiti della realtà, in cui ogni lettore potrà innestare le proprie esperienze grazie a cui riflettere sulle proprie scelte. Un romanzo che apre vasti fronti interiori, che schiude interrogativi che ci portiamo dentro da chissà quanto: la forza di gravità del titolo sembra essere la casualità che governa le nostre esistenze. Incontri fortuiti e più o meno fortunati che indirizzano il nostro avvenire determinando il nostro vissuto. Non possiamo lasciare niente al caso, non dobbiamo delegare le nostre responsabilità a un fatalismo passivo per sentirci senza colpe. Ogni scelta darà una direzione alle nostre vite, e sta a noi fare quelle migliori. Con quella consapevolezza che solo la conoscenza può darci.

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