Arona sceglie Du Maurier

Danilo Arona è un vecchio amico di PULP Libri, che ogni tanto ci dà una mano a recensire qualche novità; ci fa piacere averlo come ospite della nostra rubrica, anche perché ci ha sorpreso scegliendo paragrafi tratti da un celeberrimo racconto di Daphne Du Maurier, «Gli uccelli», dal quale è nato uno dei più inquietanti e surreali film di Alfred Hitchcock.

In primavera gli uccelli volavano verso l’entroterra, risoluti, determinati: sapevano dove erano diretti e il ritmo e i rituali della vita non tolleravano ritardi, In autunno quelli che non erano ancora migrati oltreoceano ma erano rimasti per l’inverno venivano catturati dalla medesima smania di viaggiare, ma poiché la migrazione era loro negata seguivano un percorso tutto particolare. Arrivavano sulla penisola a grossi stormi, irrequieti, agitati, consumando le energie nel continuo movimento; ora volteggiavano, disegnando cerchi nel cielo, ora si posavano per mangiare sul fertile terreno arato, ma anche allora era come si cibassero senza fame, senza desiderio. L’inquietudine li sospingeva di nuovo in volo.1

L’irrequieta sollecitazione dell’autunno, esasperante e triste, aveva gettato un incantesimo su di loro e li obbligava ad aggregarsi, volteggiare, gridare: dovevano ubriacarsi di moto, prima che arrivasse l’inverno. Forse, pensava Nat masticando rumorosamente il suo pasticcio sull’orlo della scogliera, in autunno gli uccelli ricevono un messaggio, una sorta di avvertimento; l’inverno sta arrivando. Molti muoiono e si comportano come le persone che, timorose di una morte prematura, si buttano nel lavoro o impazziscono.2

«Sì» gli rispose il contadino, «ci sono in giro più uccelli, me ne sono accorto anch’io. E alcuni sono coraggiosi, non si preoccupano del trattore. Un paio di gabbiani mi si sono talmente avvicinati alla testa, questo pomeriggio, che ho pensato volessero portarmi via il cappello! E dirò di più, quasi non riuscivo a vedere quel che facevo mentre mi volavano attorno e avevo il sole negli occhi. Ho l’impressione che cambierà il tempo. Sarà un inverno duro, ecco perché gli uccelli sono irrequieti.»3

Nat accese una candela, ma quando aprì la porta della camera da letto per andare in corridoio una corrente d’aria spense la fiamma. Udì un secondo grido di terrore, questa volta di entrambi i bambini, e precipitandosi nella loro stanza sentì un battito d’ali intorno a sé nell’oscurità. La finestra era spalancata e gli uccelli entravano, sbattendo dapprima contro il soffitto e le pareti e poi deviando e buttandosi sui bambini nei loro letti.4

La luce fredda e grigia del mattino inondava la stanza. L’alba e la finestra avevano richiamato gli uccelli ancora vivi, mentre quelli morti giacevano sul pavimento. Nat fissò i cadaveri, scosso e inorridito. Erano tutti uccelli piccoli, nessuno di grosse dimensioni, e dovevano essere una cinquantina quelli finiti a terra. C’erano pettirossi, fringuelli, passeri, cinciallegre, allodole e peppole, animali che per legge di natura rimanevano in seno al loro stormo e nel loro territorio e che ora, aggregandosi nella smania di combattere, si erano uccisi contro le pareti della stanza o erano stati uccisi da lui nella lotta. Alcuni avevano perso le piume, altri avevano del sangue, il suo sangue, sul becco. Nauseato, Nat andò alla finestra e guardò i campi che si stendevano oltre il suo giardinetto. L’aria era fredda e pungente e il terreno appariva duro e gelato; non era brina che risplende nel sole del mattino, ma il gelo nero che porta il vento di levante. Il mare, più furioso per il cambiamento della marea, spumeggiante e profondo, si frangeva con violenza nella baia. Non un solo passero cinguettava al di là del cancello, non una tordella o un merlo mattiniero becchettava l’erba in cerca di vermi: non c’era alcun rumore tranne quello del vento e del mare.5

L’inverno più nero era arrivato tutto in una notte.6

Si levavano e ricadevano nel solco delle acque, sfidando il vento, come una poderosa flotta ancorata in attesa della marea. Verso est e verso ovest, erano dappertutto. Si vedevano a perdita d’occhio, schierati in formazioni compatte, una fila dopo l’altra. Se il mare fosse stato calmo avrebbero ricoperto la baia come una nuvola bianca, testa contro testa, un corpo appiccicato all’altro. Solo il vento di levante, sollevando i frangenti, li nascondeva dalla riva.7

Qui Londra. Lo stato di emergenza è stato proclamato alle quattro del pomeriggio in tutto il paese. Ovunque si stanno prendendo le necessarie misure per salvaguardare la vita e i beni della popolazione ma, in seguito alla natura imprevista ed eccezionale degli eventi che si stanno verificando, risulta difficile porle in atto immediatamente. Si raccomanda a ogni famiglia di prendere gli opportuni provvedimenti per la propria casa e nei luoghi in cui diverse persone vivono assieme, come negli appartamenti, si consiglia di rimanere uniti e di fare il possibile per impedire agli uccelli di entrare. È assolutamente indispensabile che tutti rimangano in casa, stanotte, e che nessuno esca in strada o rimanga in luoghi aperti. Gli uccelli, a gruppi molto numerosi, attaccano chiunque sia in vista e hanno già iniziato l’assalto a edifici che, con le dovute precauzioni, dovrebbero risultare impenetrabili. La popolazione è invitata a mantenere e a non lasciarsi prendere dal panico. A causa della natura straordinaria dell’emergenza, non sarà trasmesso alcun programma da nessuna stazione sino alle sette di domattina.8

(«Gli uccelli», da Gli uccelli e altri racconti, tr. Marina Vaggi, Il Saggiatore, 2008)

Danilo Arona, giornalista e scrittore, a partire dal 1978 ha pubblicato con Mondadori, Longanesi, Corbaccio, Marco Tropea Editore, Dario Flaccovio, Gargoyle Books, Meridiano Zero, Delos e INK. Tra i suoi libri: Satana ti vuole, Possessione mediatica, Vien di notte l’uomo nero – Il cinema di Stephen King, La maledizione della croce sulle labbra (con Edoardo Rosati), L’estate di Montebuio, Land’s End – Il teorema della distruzione (con Sabina Guidotti) e L’oscuro bagliore dell’uomo nero (in uscita, ancora con Rosati). Ha scritto – tra l’altro – per La Stampa, Focus, Primo Piano, Pulp, così come per riviste di cinema e letteratura di genere quali Robot, Aliens, Cinema & Cinema, HorrorMania e FilmTV.

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