Anita Dadà / Le gambe senza le calze sono solo un mezzo di locomozione

Anita Dadà, Miss Stress, Fandango, pp. 165, euro 16,00 stampa, euro 9,99 epub

Se non esistessero le calze, le gambe sarebbero solo un mezzo di locomozione, Viola – protagonista del romanzo – dice che l’ha detto un intellettuale francese: sembra la frase perfetta per descrivere il mondo fetish che è l’argomento di questo libro.

Viola ha 27 anni, è bella (per i suoi clienti una Dea bellissima), piccolina, e lavora in una galleria d’arte: fa la mistress, variante precisa nel catalogo dei lavori e delle pratiche sessuali.

A differenza della prostituta e delle escort, Viola non usa la propria vagina e non va a letto con i clienti ma soddisfa i loro desideri e le loro voglie parzialiste e circoscritte che riguardano i vari feticismi secondo regole ferree e precise. Ci sono così quelli che prediligono i piedi, altri i lobi delle orecchie, altri ancora amano la regressione all’infanzia con tanto di pannolone e bavaglino o pagare cifre esorbitanti per una perfetta sconosciuta senza chiedere nulla in cambio ma solo per il piacere di sentirsi sfruttati. Viola li guida da dominatrice nella messa in scena che è sempre rigorosa e formalmente ineccepibile.

Viola vive e lavora in una Roma dove i conflitti, il degrado, la povertà non esistono, anche il pusher è una brava persona, i clienti sono quasi tutti uomini intorno ai 50 anni, belli, gentili e affascinanti perché si sa l’Italia è un paese per vecchi e pochini sono i giovani ricchi che possano soddisfare i propri piaceri pagando un prezzo elevato.

Le brutte avventure che uno immagina collegate al soddisfacimento a pagamento dei propri desideri BDSM sono assenti, anzi uno degli aspetti divertenti del libro è il fatto che il desiderio cupo e moralista di sanzionamento del lettore rispetto al sesso non conforme (anche questa una forma di godimento sessuale?) non viene soddisfatto; a Viola, per quanto riguarda  il suo lavoro non succede proprio nulla di drammatico e il massimo dello stress (su cui gioca il titolo) sembra essere il dover calpestare i sampietrini quando scende dal taxi con i piedi fasciati nelle scarpe dai tacchi altissimi. Piedi che sono una parte fondamentale del suo lavoro: per esempio quando li usa per spiaccicare la frutta che poi il dominato di turno ingurgita o quando vende loro dei calzini puzzolenti per le masturbazioni…

Anita Dadà, e con lei la sua protagonista, non hanno mai un atteggiamento denigratorio verso il cliente, infatti Viola dice “I sottomessi mica sono dei coglioni o degli esseri inferiori; abbiamo ruoli paritari e complementari che si rispettano sempre”. Inoltre molte delle pratiche sessuali danno piacere anche a Viola, che ama il feticismo del piede o quello dei palloncini da gonfiare e far scoppiare. La stessa autrice si definisce forse l’unica “looner girl” italiana.

Certamente nel feticismo il corpo, nella sua presunta interezza naturale, viene smembrato ma il piacere in Miss Stress è una cosa gioiosa, un gioco fra consenzienti che non fa male a nessuno. Proprio il fatto che il sesso in Miss Stress sia una pratica così neutra e senza conseguenze, e ogni rischio che le relazioni di desiderio comportano venga espunto, sarebbe un punto da discutere con l’autrice. In ogni caso dove Viola deve faticare è proprio quando è coinvolta interamente in una relazione tossica con un amore, in cui i classici ruoli di genere (questa volta reali) sono fonte di dolore e sopraffazione.

O quando i clienti escono dai confini e non sono in grado di riconoscere i propri desideri e scenderci a patto, vivendo la destrutturazione del proprio genere in modo confuso e aggressivo come il politico (sarà un caso?) che fa perdere a Viola la serena distanza da dominatrice facendola deragliare verso la collera in una zona più oscura.

Pericoloso è anche il desiderio innamorato di e per Claudio, un cliente, che fa vacillare le sicurezze di Viola. Innamorarsi si sa è saltare un limite che può fare molto male.

 

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Miss Stress è un libro da leggere insieme al profilo Instagram dell’autrice @anitadada666 che è fotografa, body performer e “dominatrice” sessuale. Come la protagonista del suo romanzo Viola, che lavora in una galleria d’arte, è una esperta conoscitrice del mondo BDSM e fetish. Un libro che è anche una guida a questo mondo.