Il periodo natalizio stimola parecchio le case editrici che sfornano una marea di libri sull’argomento. La casa editrice Nomos, di cui spesso abbiamo parlato su Pulp Magazine per la cura degli albi in catalogo e le splendide illustrazioni che li caratterizzano e impreziosiscono, ogni anno in occasione del Natale pubblica una nuova storia. Quest’anno è la volta di Piccolo Yeti, che narra per l’appunto di un cucciolo di yeti, appassionato di costruzioni in legno: nello specifico ama costruire giocattoli. La giornata è lunga e non avendo fratelli o sorelle ma dei genitori che non gli prestano molta attenzione, decide di avventurarsi nel bosco confinante col villaggio degli umani.
Yeti è perfettamente consapevole del pericolo che comporta interagire con gli umani, così diversi da lui, i suoi genitori glielo hanno più volte spiegato, nonostante a lui sembrino così semplici e innocui. O forse è proprio questo il pericoloso, forse per loro è lui “quello strano”, il diverso, e potrebbero spaventarsi come fanno con tutto ciò che non conoscono.
Questo aspetto inclusivo della storia è molto toccante, e uno dei tanti pregi di Nomos è proprio quello di trattare spesso tematiche così attuali in maniera versatile. Ma tornando al nostro piccolo yeti, una caratteristica dei cuccioli – pelosi o meno, di ogni razza, colore e genere – oltre all’innocenza è la curiosità: e poi cosa c’è di più divertente che disubbidire ai grandi? Yeti si avventura nel villaggio degli umani e per ovviare a eventuali improvvisi incontri si camuffa con degli abiti rossi stesi ad asciugare fuori da una casetta che pare essere vuota. Quando la creaturina si accomoda davanti al camino a mangiare i dolcetti che trova lì accanto però viene sorpreso da un bambino che lo chiama Babbo Natale.
Scopre così l’impresa pazzesca che questo signore barbuto compie in una notte in una sola notte dell’anno, dispensando doni a tutti i bambini del mondo, attraverso le parole del libro che il bambino gli legge prima di addormentarsi sul divano. Vista la sua passione per la costruzione di giocattoli pensa che sarebbe bellissimo dare una mano a Babbo Natale che sicuramente apprezzerebbe un aiuto in più, e poi yeti si sentirebbe così felice nel vedere un sorriso sul volto dei bambini.
Un ottimo lavoro le illustrazioni di Davenier, che risaltano a tutta pagina e parlano schiettamente con i loro colori caldi e freddi: in un perfetto equilibrio delineano il piccolo yeti e il bambino, e la neve è resa così bene sulla carta da sembrare soffice e fresca, tanto da poter metterci le mani dentro. In particolare la scena finale dell’incontro tra i nostri due protagonisti è molto dolce, per il tratto delle espressioni di entrambi. In ultimo, come resistere alla copertina caratterizzata da riflessi argentei sulla neve? Sì, un albo davvero speciale.