Nelle ultime settimane ho pensato moltissimo al barattolino di noce moscata che prende polvere fra le mie spezie. Per gran parte della mia vita è stata solo una spezia usata raramente, comprata insieme ad altre dopo un trasloco e diventata parte del panorama della mia cucina, non certo qualcosa su cui farmi delle domande. Ho cambiato idea. Amitav Ghosh parte dalla noce moscata e dalle sue origini, e, come suggerisce il sottotitolo del libro, la usa come parabola, una storia dai molteplici significati, da interpretare e da cui trarre insegnamento. Si inizia con alcuni fatti interessanti: la noce moscata non è affatto una noce, la noce moscata cresceva un tempo solo nelle isole Banda: nel XVII secolo con un pugno di noce moscata si poteva comprare una casa. Sono questi i frammenti apparentemente innocenti all’origine di una storia ben più torva. In una lontana notte del Seicento, la semplice caduta di una lampada innescò lo sterminio della popolazione delle Banda da parte di funzionari olandesi della compagnia delle Indie Orientali.
È questo evento remoto che Ghosh usa come parabola. Siamo abituati a pensare al nostro passato rinascimentale come a un mondo più semplice del nostro, governato da logiche diverse, ma è da qui che l’autore parte per creare collegamenti molto convincenti e ben documentati. Ghosh ripercorre politiche e rotte commerciali, esamina scambi epistolari e scritti di famosi pensatori del tempo per delineare un atteggiamento verso l’altro e la natura che ha causato il quasi completo genocidio dei nativi americani e trasformato il paesaggio in modo irreversibile. Queste sono pagine dure da leggere, non solo per contenuti che da occidentale mi fanno vergognare, ma anche perché risulta davvero difficile credere a una storia che ci siamo raccontati per secoli, e cioè che lo sterminio degli amerindi non fosse intenzionale e progettato.
Altrettanto inquietanti sono i paralleli che l’episodio della noce moscata ha con la nostra storia recente, quella degli ultimi cinquant’anni. Ghosh discute di come pensieri scientifici e concezioni filosofiche e ideologiche nate nel Seicento abbiano creato una cosmologia che ancora domina il nostro pensiero, e che ci sta portando verso una catastrofe ecologica. Qui l’autore rivela particolari poco conosciuti su disastri naturali, misurazioni internazionali dell’impronta ecologica e strategie politico-militari davvero preoccupanti. C’è una speranza alla fine del saggio per chi sa imparare dalla parabola della noce moscata, un’auspicata concezione vitalista che purtroppo ho trovato poco realistica, ma forse, come dice Ghosh, da occidentale ho difficoltà a credere a una concezione diversa. In fondo, l’inerte noce moscata fra le mie spezie ha ora una storia e ha acquisito, se non una nuova vita, un nuovo significato.
Amitav Ghosh, nato in India nel 1956, è autore di svariati romanzi e saggi. Ha vissuto e studiato in molti paesi, ha un dottorato in antropologia sociale oltre a quattro dottorati onorari. Ha ricevuto il Jnanpith Award, il riconoscimento letterario più prestigioso in India e molti premi internazionali. È un autore prolifico e poliedrico, creatore di saggi originali e romanzi dalle trame complesse in vari generi letterari.