Alexandra Kleeman / Lo strano del cambiamento

Alexandra Kleeman, Qualcosa di nuovo sotto il sole, Black Coffee, pp. 358, euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub

A inizio anno, ogni collaboratore di Pulp Libri racconta brevemente il libro che ha preferito, tra quelli usciti l’anno precedente. Siamo ancora al principio del 2023, eppure immagino che non sarà facile leggere qualcosa che sia migliore di questo Qualcosa di nuovo sotto il sole di Alexandra Kleeman, autrice americana ancora poco conosciuta in Italia.

Black Coffee è una casa editrice indipendente specializzata in letteratura contemporanea nordamericana, sia narrativa che saggistica. Proprio Alexandra Kleeman è stata una delle prime autrici in catalogo con Il corpo che vuoi, apparso nel 2018 e ripubblicato in una nuova edizione tre anni dopo: un esordio fulminante per l’autrice, che le valse presso la critica americana un accostamento a Don DeLillo.

Qualcosa di nuovo sotto il sole (tradotto dalla direttrice editoriale di Black Coffee, Sara Reggiani) è un romanzo straniante, che inizia in piena letteratura mimetica e finisce da qualche parte non esattamente identificabile, tra il deserto americano e l’entropia narrativa postmoderna. Racconta la crisi climatica globale e la fine del sogno americano, che come in ogni climate fiction che si rispetti va a morire là dove è nato: in California. Go West!

Patrick Hamlin è uno scrittore poco conosciuto della East Coast, che arriva in California per le riprese di un film tratto dal suo romanzo Elsinore Lane, nato da esperienze familiari personali; ma sul set delle riprese, dove viene impiegato dalla produzione in compiti di basso profilo, Patrick si accorge che la sceneggiatura stravolge il senso del suo testo, trasformato in una banale storia di fantasmi con risvolti horror trash. Naturalmente, avendo ceduto i diritti, non ha possibilità di intervenire; inoltre, si trova a fare da autista alla capricciosa protagonista femminile, la giovane diva Cassidy Carter, verso la quale prova una naturale attrazione sessuale che però riesce a controllare.

Questa è soltanto la schiuma di superficie di una trama complessa e instabile, come la definisce Sophia June in un’intervista sul sito Nylon. La California è devastata da una crisi idrica senza precedenti, nella quale si inserisce il liberismo più sfrenato. L’acqua è talmente scarsa da venire sostituita da un prodotto di origine artificiale, aqua (così la traduttrice rende in italiano l’originale wat-r, che secondo me avrebbe potuto restare intradotto); i californiani bevono aqua e la utilizzano per tutti gli scopi igienici e altro, non solo a causa della mancanza del prodotto originale, ma per il condizionamento di una macchina propagandistica terrificante, che fa leva su una differenziazione del gusto personale indotta artificialmente.

Più la trama procede, più il romanzo scivola verso il fantastico e il paradossale; Kleeman ammette di essere una lettrice di Philip Dick e George Saunders, e si sente. Hamlin è schiacciato tra la constatazione della deriva che prende il film, e l’attaccamento verso moglie e figlia, che hanno lasciato casa per trasferirsi in un villaggio simile a un co-housing tra new age e filosofico. La moglie Alison ha avuto una crisi quando si è resa conto dell’inevitabilità della catastrofe climatica, la figlia Nora è una bambina estremamente precoce per la sua età, con pensieri che sconcertano il padre.

L’altro protagonista del romanzo è Cassidy Carter, ex diva-bambina marginalizzata a causa dei suoi atteggiamenti non-conformisti; è famosissima tra i giovani per aver interpretato di una serie tv durata più stagioni, Kassi Keene detective, con incongruenze di trama così grosse che hanno dato origine a un sottobosco complottista nel web, dove c’è chi pretende di individuare nel programma significati nascosti che celano formidabili rivelazioni.

La trama procede in maniera appunto instabile, tutto sembra rivelarsi falso, in un tour de force che cita il Pynchon pseudo-hard boiled di Vizio di forma, ma con una sobrietà più simile alla scrittura di DeLillo. C’è chi ha scritto di neo-noir a proposito di questo romanzo, e non si può negare che qualche elemento ci sia, però è come se fosse scarnificato, o messo alla berlina, perché non c’è mistero da risolvere: forse la chiave è in quel Kassi Keene detective che non ammicca a Veronica Mars, ma alla più celebre di tutte le detective girls: Nancy Drew. Non è ovviamente un caso che le scrittrici di questa serie di romanzi si alternassero sotto il nome collettivo di Carolyn Keene.

Coscienza della catastrofe climatica e della non-riformabilità del liberismo americano sono la sovrastruttura ideale di un romanzo divertente, insolito, sconcertante, che si lascia rincorrere dal lettore lungo le strade di un futuro prossimo desolante in cui anche il bene primario più naturale, l’acqua, è stato privatizzato.