Alain Mabanckou / Lotta di classe nel regno dei morti

Alain Mabanckou, Sdraiati in affari, tr. di Marco Lapenna, 66thand2nd, pp. 232 pagine, euro 17,00 stampa, euro 11,99 epub

L’ultima fatica di Alain Mabanckou propone un punto di vista e una scenografia originali e interessanti, non solo perché è ambientata “in un altro mondo”, ovvero a Pointe-Noire in Congo, la città da cui proviene l’autore, ma anche nel senso che il protagonista è trapassato. Mabanckou è stato recentemente in Italia, a Bologna la sala in cui ha presentato Sdraiati in affari era veramente gremita, nonostante la pioggia battente. Benché abbia studiato e avviato la propria prolifica carriera (solo per 66Thand2nd sono dieci i titoli pubblicati in Italia) a Parigi e oggi insegni alla UCLA in California, in questo volume racconta la sua terra natale, perché sostiene che manchi un racconto intimo delle città africane. Spesso vengono trattati i grandi temi, come guerre, schiavismo e migrazione, più raramente la vita quotidiana di posti come Pointe-Noire, che ci immaginiamo dopo aver letto questo libro come un Paradiso un po’ corrotto sulla costa affacciata dell’oceano Atlantico.

Nella prima parte, intitolata Il sogno più lungo di tutta la tua morte (il romanzo è alla seconda persona singolare), l’autore ci presenta il suo defunto protagonista e chi si occuperà delle sue esequie: la nonna Mâ Lembé, donna forte che dopo la dipartita della figlia Albertine durante il parto, decide di tenere il piccolo Liwa. Questo capitolo si addentra nella sua storia, in una sorta di piccola comunità femminile che tra pettegolezzi e solidarietà gestisce il mercato rionale, confortata da preti corrotti e vicini impiccioni. La particolare vicenda del protagonista mette in luce una società in cui la magia e gli spiriti (sia quelli dei morti che gli spiriti maligni) sono ritenuti reali e differenti figure promettono di saper vedere e dirigere queste forze tramite specifici rituali sotto lauto compenso. Nel frattempo però è ora di funerali e, come ben ha spiegato a Bologna l’autore, nella cultura locale i funerali sono festosi e “le persone certo sono tristi, ma non vedono l’ora di scoprire dove si terrà il prossimo”. Seguiamo così le ragazze del “canto-ballo-pianto” al seguito del corteo funebre e fino al cimitero, il Frère Lachaise.

Con un titolo che fa eco al rinomato Père Lachaise parigino (e realmente esistente), questo cimitero è definito nel volume come il cimitero dei poveri e servirà anche da spartiacque con l’altro cimitero, ovvero quello dei ricchi. A questo punto lo spirito del povero Liwa si risveglia, un po’ sottosopra, e inizia a dialogare con gli altri ospiti del camposanto. Un florilegio di vicende tremende e divertenti, che mettono in luce la storia della città, tra politici corrotti, patti col diavolo e madri inconsolabili. Dopo aver capito come funziona questa sua non vita, Liwa è indotto a scoprire la verità sulla sua morte con finalità di vendetta: chi è realmente la ragazza con cui ha ballato la sera prima del suo trapasso? Chi aveva avvertito la strega (una sorta di Benegesserit) dell’arrivo del ragazzo alla propria porta, nei quartieri alti?

Possiamo dire che Mabanckou (autore da scoprire se ancora non lo conoscete) ha creato un piccolo gioiello di letteratura africana in lingua francese: le figure che descrive hanno sia spessore letterario che vividezza. Finito questo libro possiamo realmente dire di aver respirato un po’ dell’aria di Pointe-Noire, senza contare che viene realmente voglia di visitarla. Ma questo non è semplicemente un tour attraverso un’interessante città congolese, è anche un romanzo pieno di espedienti narrativi coinvolgenti e usati con eleganza, anche se classici. C’è una piccola profezia, c’è un forte “debito karmico” che va saldato e soprattutto c’è il mondo parallelo dei morti, che negli ultimi anni è stato visitato più volte e con profitto da autori molto differenti.

Mabanckou, del quale recentemente le edizioni e/o hanno anche pubblicato il saggio Otto lezioni sull’Africa, utilizza lo sguardo di una persona morta sulla nostra vita come distacco rivelatore, sfruttando una tradizione antichissima (penso alle Lettres persanes di Montesquieu). Certo l’ambientazione e il plot sono del tutto originali e davvero affascinanti, ma è vero che se si trova interessante il presupposto, nel 2023 è stato pubblicato un altro grande libro in cui il defunto fotografo srilankese Maali Almeida indaga post mortem sui suoi assassini (Le sette lune di Maali Almeida di Shehan Karunatilaka, Fazi editore, vincitore del Booker Prize 2022). Segnalo infine, per la stessa 66Thand2nd, il libro di Antoine Volodine Le ragazze Monroe, ambientato in un mondo in cui i morti e i vivi coabitano alcune dimensioni. Per completezza, lo scrittore Volodine aveva già ampiamente utilizzato la dimensione del Bardo nel suo capolavoro Terminus Radioso (2016) ben prima del Covid-19. Sarà stata la presenza della morte, che dal 2020 è diventata purtroppo tangibile per tantissime persone nel mondo a causa della pandemia, ma questo sovrannumero di personaggi trapassati è certamente interessante, un pizzico di macabro che consente vie della narrazione tendenzialmente infinite. In conclusione magia, vendetta, amore e luoghi affascinanti fanno di Sdraiati in affari un’opera speciale, davvero consigliata a chi cerca qualcosa di originale e ben scritto da leggere.