Da Milano il nostro viaggio tra le librerie indipendenti si sposta a Bologna. Modo InfoShop (MIS) è, per capirsi, uno spazio polivalente (bar, libreria, casa editrice) e uno dei principali punti d’incontro per circolazione della cultura radicale in Italia. Un modello fortemente innovativo, che fa rete con altre realtà coerenti con la loro proposta e che vede nella convivialità dei corpi e nella presenza un aspetto qualificante, oggi penalizzato dall’ondata COVID.
Di questo e d’altro parliamo con Marta e i ragazzi di MIS
PULP LIBRI: Un po’ di storia.. Come nasce a Bologna Modo Infoshop ?
MIS: Modo nasce nel 2003 in via Mascarella, ma informalmente è già attiva da metà degli anni ’90 come libreria/infoshop del centro sociale Link Projekt di via Fioravanti, sempre a Bologna. L’intento era quello di essere un centro di distribuzione di materiale editoriale di varia natura – libri riviste, fanzine, cd e video – ma con particolare attenzione all’editoria indipendente e di ricerca. Non si trattava solamente di fare controinformazione, ma di scegliere materiali che testimoniassero complessità e differenze culturali, anche marginali nel panorama culturale italiano. A un certo punto abbiamo deciso che sarebbe stato più interessante essere una libreria in città…
PULP LIBRI: Come descriveresti il vostro frequentatore tipo?
MIS: Modo è una libreria di catalogo, che ha particolarmente a cuore la critica radicale, le controculture, la narrativa contemporanea,il fumetto e il libro illustrato. Per questo motivo, il pubblico che ci frequenta è variegato, di certo la vicinanza con la zona universitaria e con l’Accademia di Belle Arti comporta una costante presenza di studentesse e studenti. D’altro canto, al fronte dei diciotto anni di esistenza, si è formato un cosiddetto zoccolo duro che è cresciuto e ha seguito le trasformazioni di questo luogo, continuando a frequentarci negli anni.
PULP LIBRI: L’emergenza covid-19 sembra aver accelerato alcune tendenze in atto da tempo nel mercato – e in primo luogo la digitalizzazione della filiera, la crescita dell’e-commerce e di Amazon – ma anche averne introdotti di nuovi. Ad esempio, per la prima volta da anni, le librerie indipendenti sembrerebbero essere andate meglio di quelle di catena. Come libreria indie quale è il vostro bilancio del terribile 2020?
MIS: Questa domanda ci rimanda proprio a quello zoccolo duro di cui sopra. Nonostante i mesi di chiusura e quelli successivi abbiano compromesso un’effettiva crescita economica, la libreria ha retto bene grazie al sostegno di chi ci conosce e considera Modo come un punto di riferimento per l’ambiente culturale urbano. Per quanto ci riguarda, più che considerare questo dato come una nuova tendenza, o qualcosa di inaspettato, possiamo vederlo come la diretta conseguenza di anni di lavoro sul territorio. Così come l’emergenza ha portato alle estreme conseguenze molte dinamiche economiche e commerciali che da anni governano il sistema in cui viviamo (e da cui cerchiamo di star fuori il più possibile), noi ci siamo rinsaldati come spazio di resistenza. A questo si aggiunge che, nella desertificazione culturale di questi mesi, avere un posto fisico in cui poter far due chiacchiere sulle proprie letture o cercare dei libri stimolanti ha assunto un valore aggiunto che prima si dava più per scontato.
PULP LIBRI: I lockdown sembrano aver abituato il pubblico delle librerie alle presentazioni online e allo streaming. Se all’inizio era subito un po’ come la DAD, si direbbe che ora il fenomeno si sia consolidato, e sia gradito almeno da una fascia più o meno ampia di lettori. Quale è la vostra esperienza con l’online in rapporto alla relazione di prossimità?
MIS: Abbiamo scelto di non organizzare presentazioni in streaming, semplicemente perché non ci interessa questa modalità. Ci sono tanti modi per veicolare dei contenuti, che noi privilegiamo, possono andare dal podcast alla pubblicazione di brevi testi come quelli che stampiamo nella nostra collana Fotocopie. Tornando alle presentazioni, per noi ha più senso pensarle come momento di scambio e di condivisione in uno spazio fisico, per questo siamo stati molto contenti di poter sfruttare il secondo weekend di ottobre per fare una rassegna di incontri in presenza, Modo en plein air. Nonostante la situazione, continuiamo a credere che sia fondamentale lavorare sul rapporto di prossimità, con tutte le accortezze del caso.
PULP LIBRI: Da Bookdealer a Libri da Asporto quest’anno hanno visto la luce diverse iniziative che, almeno sul piano distributivo, sembrano offrire alle librerie un canale in più e forse un supporto competitivo rispetto ad Amazon, ibs etc Quale è la vostra opinione al riguardo?
MIS: Le iniziative che citi (alle quali per il momento non abbiamo aderito) offrono in effetti il privilegio di essere più “ecologiche”: sono piattaforme in cui le realtà che si occupano del settore editoriale possono fare in modo migliore ciò che Amazon fa senza la loro competenza, sfruttando per di più chi vi lavora – ma questo è un altro discorso.
Il vero problema però è alla base, sia nella filiera del libro, che si regge su equilibri molto precari, sia nella crescita esponenziale dell’e-commerce che mette in secondo piano il ruolo della libreria come luogo fisico. Probabilmente chi frequenta le librerie indipendenti userà queste piattaforme perché ha una certa attenzione verso questi temi, e continuerà a recarvisi a prescindere dalla possibilità di comprare un libro online, ma c’è bisogno di un lungo lavoro di sensibilizzazione prima di diffondere l’uso di questi canali su larga scala. Tornando ancora sulla distribuzione, ci teniamo a sottolineare che proprio perché è un nodo piuttosto problematico all’interno della filiera del libro, spesso preferiamo lavorare direttamente con le case editrici, soprattutto quelle con cui condividiamo linee editoriali e che vanno a costruire il nostro catalogo. Durante il lockdown, non a caso, l’unica iniziativa a cui abbiamo aderito, “Adotta una libreria”, lanciata da Eris Edizioni, che rispecchia il tipo di rapporto che abbiamo con alcune di queste.
PULP LIBRI: Penso sia un punto distintivo del vostro progetto: costruite un rapporto diretto con alcune realtà editoriali coerenti con la vostra proposta. Lo possiamo approfondire?
MIS: Le case editrici con cui abbiamo rapporti diretti sono fondamentali sotto vari aspetti: da una parte la scelta di avere determinati titoli definisce il nostro spazio e il nostro catalogo, dall’altra comporta un tipo di relazione più dialogante con la casa editrice stessa. Ovviamente, uno dei risultati di questa “sorellanza” è che chi viene a Modo sa già che troverà l’ultima pubblicazione di tal editore, senza doverlo nemmeno ordinare. Inoltre, nella maggior parte dei casi, il rapporto diretto ovvia anche ai nodi economici più problematici della distribuzione a cui accennavamo prima: la libreria acquista i libri con uno sconto molto maggiore rispetto a quello fissato dal distributore, e la casa editrice non deve gestire resi e può ricevere più velocemente i pagamenti. Tra le case editrici di area radicale (chi più chi meno), abbiamo un rapporto che potremmo definire ormai “storico” ad esempio con Eleuthera, Derive Approdi, Marcello Baraghini (cioè con StampaAlternativa prima e con Strade Bianche poi), Agenzia X, Ombre Corte. Altre realtà si sono aggiunte negli ultimi anni, come la collana Not di Nero e Alegre.
PULP LIBRI: in generale, come immaginate il ruolo delle librerie indipendenti nel prossimo futuro? Ad esempio, semplificando al massimo: uno spazio di intervento e di animazione culturale; un influencer multicanale (online/offline); un punto di incontro per lo zoccolo dei cosiddetti heavy readers.. etc?
MIS: Pensiamo che le librerie possano essere dei luoghi di offerta e in alcuni casi anche di resistenza culturale. Ogni libreria indipendente, a seconda della sua storia, saprà come “giocare” il suo ruolo all’interno di una comunità, stando alla nostra esperienza, continuiamo a dedicare molto del nostro lavoro per essere presenti sul territorio e crediamo che sia il nostro punto di forza. Questo ovviamente non esclude che prima o poi proveremo a essere più presenti in rete, ma soprattutto speriamo di poter tornare il prima possibile a essere anche veri e propri luoghi di animazione, sia come spazio di incontro, sia da un punto di vista formativo: storicamente abbiamo fatto in media tre o quattro incontri settimanali (tra presentazioni, reading e proiezioni…), negli ultimi anni ne abbiamo ospitate uno al giorno. Oltre alle presentazioni, Modo stampa libri e organizza corsi e laboratori, da quelli di calligrafia e rilegatura, a quelli di scrittura. Questo è ciò che ci auguriamo per il nostro futuro.
PULP LIBRI: a proposito di iniziative editoriali, la vostra collana Fotocopie [1] raccoglie testi brevi, disparati e bellissimi, di autori bolognesi (Bifo, Cane, Mari, Rubini) e non. Potete raccontarci come è nata?
Il nome Fotocopie viene da un libro di John Berger, per altro appena ristampato dal Saggiatore, che raccoglie testi brevi tra i più disparati per tematiche e generi letterari. Il filo conduttore, che tiene insieme questa eterogeneità oltre alla brevità, è ancora una volta la libreria come luogo di scambio e di frequentazione con autrici e autori. In effetti, il progetto è iniziato proprio dalla collaborazione con persone che vivono a Bologna e che ben ci conoscono. E così, pian piano, si sta ampliando la rete dei contatti. Sono fascicoli stampati esclusivamente su carta di qualità e privi di copyright, i Fotocopie si presentano come libretti in formato A6 con punto metallico – come il Millelire di StampaAlternativa, per intenderci – e sono “confezionati in casa”, nel nostro laboratorio accanto alla libreria, in piccole tirature e in base alle esigenze. Per questo, nello spirito, sono una vera e propria autoproduzione della libreria, come si può riconoscere dal nostro logo che viene timbrato a mano su ogni copertina. Dopo cinque anni, abbiamo pubblicato trenta titoli, sempre disponibili in libreria, che spediamo anche per posta o distribuiamo ad altre librerie.
NOTE
I titoli nella collana Fotocopie autoprodotta da Modo InfoShop sono:
01 – Giampiero Cane, D’unghie e altro (com’è che sono diventato quel Cane che sono)
02 – Paolo Nori, A cosa servono i gatti
03 – Franco Bifo Berardi, Neuro-totalitarismo in Tecnomaia
04 – Raffaele K. Salinari, La favola di Ciao-Ciün
05 – Andrea Rapino, Zagabria-Sarajevo solo ritorno
06 – Paolo Morelli, Ridondanze
07 – Lipperini – Manni, Tu stessa, per inseguirlo
08 – CarusoDalmonte, Bestiario
09 – Jadel Andreetto, Vuelvo al Sur
10 – Ugo Cornia, Favole per badanti e vecchi disgraziati
11 – Guglielmo Pispisa, Russia centrale in pedalò
12 – Raffaele K. Salinari, Walter Benjamin ed il mistero del “Turco”
13 – Alberto Ronchi, Catastrofi Naturali, Liriche 1997-2016
14 – Stefano Colangelo, Break notes, 2008-2016
15 – Vasco Rialzo, Il Diavolo beve spritz, Favola
16 -Alberto Sebastiani, Stefano Tassinari. Frammenti di cronaca e critica
17 – Oderso Rubini, A day in the life
18 -Maurizio Corrado, Tre atti unici
19 -Francesco Cusa, Amare, dolci pillole
20 – Massimiliano Chiamenti, Nel castello della prossima volta
21 – Emidio Clementi, Se tu no pensa, pennello va
22 – Paolo Faccioli, Anarchia e Zen
23 – Lorenzo Mari, Via Mascarella alta e bassa
24 – Alberto onchi, Anni meravigliosi
25 – Giancarlo Sissa, Francesca Serragnoli, Marco Montemaggi, La poesia non serve a niente
26- Luigi Lollini, L’ombra di Ratòc
27 – Domenico Brancale , Mal d’acqua
28 – Claudio Rocchetti , La polvere e le cose
29 – Joshua Clover e Juliana Spahr, #Misantropocene. 24 tesi
30 – Luciano Nanni, Come e perché consigliai a Eco e sodali di lavare i piatti