Il doppio premio Strega a Donatella Di Pietrantonio

Mai come quest’anno il Premio Strega si è guadagnato le prime pagine dei principali quotidiani e numerosi rilanci sui social. La conduttrice Geppi Cucciari memore della passata edizione, non si è risparmiata in frecciatine contro il ministro della Cultura Sangiuliano, assente alla serata, contro le scelte del governo in merito alle conduzioni Rai, e contro alcune censure tv recenti. Ma questo è l’anno dell’intelligenza artificiale - utilizzata proprio durante la serata evento -, e delle polemiche sui vestiti dei finalisti. E poi, alla fine, si parla anche di libri.

Sin dalla nascita il Premio Strega è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani, raccontando le trasformazioni e le tradizioni del nostro Paese, e non a caso – pur non essendo un capolavoro della letteratura – L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi, pp. 192 , euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub) ci racconta una storia che probabilmente abbiamo già sentito ma ha come punto di forza il modo in cui lo fa, ossia con una chiave di lettura attuale e coinvolgente. Alla fine la semplicità è il veicolo più facile per arrivare al cuore del lettore.

Il romanzo è stato proposto per il Premio da Vittorio Lingiardi con la seguente motivazione:

L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza. La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura. “L’età fragile” è la storia di una famiglia sospesa nel segreto del trauma, parole mai dette rinchiuse nel cuore di una montagna d’Abruzzo che è insieme psiche e paesaggio. “L’età fragile” è il romanzo di una madre che non trova respiro, stretta tra la severità del padre e il silenzio della figlia. Un libro che raccontando il dolore lo cura, perché a scriverlo è una donna che conosce il miracolo delle parole e il sangue delle ferite. Per questo è il mio candidato al Premio Strega.


Queste la parole della vincitrice dopo la premiazione:

«Ringrazio la Fondazione Bellonci e gli Amici della Domenica, i miei compagni e compagne di viaggio, di cui ho già nostalgia; il mio editore come squadra, perché la scrittura è un atto molto solitario ma il libro come prodotto finale è la risultante di un lavoro di squadra fatto con grande professionalità e grande amore. Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi mi ritrovo a verificare non più scontati».

Ricordiamo che il Premio è assegnato da una giuria composta dai voti dei 400 Amici della domenica, a cui vanno sommati 245 voti espressi da studiosi, traduttori, e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 35 Istituti italiani di cultura all’estero, 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria e 25 voti collettivi espressi da scuole, università, gruppi di lettura.

In redazione tempo fa – ma nemmeno molto – si discuteva di chi si sarebbe aggiudicato il Premio Strega edizione LXVIII. In un’urna metaforica ciascun redattore ha messo il proprio bigliettino mentre la sottoscritta già puntava sulla vittoria in casa Einaudi. E infatti. Doppietta per l’abruzzese Donatella Di Pietrantonio che con il suo ultimo romanzo L’età fragile conquista non solo il Premio Strega ufficiale ma anche lo Strega Giovani. Con un punteggio di 189 distacca di un bel po’ Dario Voltolini con Invernale (La Nave di Teseo) al secondo posto con 143 preferenze, mentre chiude il podio Chiara Valerio con il discusso – vedi le recenti polemiche sul suo valore editoriale – Chi dice e chi tace (Sellerio) conquistando 138 voti. Quarto posto per Raffaella Romagnolo, autrice Mondadori di Aggiustare l’universo con 83 voti, quinta posizione per Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli) a quota 66 voti. A chiudere la sestina è Tommaso Giartosio e il suo romanzo Autobiogrammatica (Minimum Fax) che ottiene 25 preferenze.

Ma partiamo dal 4 giugno quando la Di Pietrantonio conquista il Premio Strega Giovani. Con 138 preferenze su un totale di 605, L’età fragile è il libro scelto da una giuria composta da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni provenienti da 103 scuole secondarie superiori. In questo caso il podio è così composto: un secondo posto per Antonella Lattanzi autrice di Cose che non si raccontano (Einaudi) con 72 voti, e un terzo posto ottenuto da Chiara Valerio con 67 voti. La serata della premiazione condotta da Loredana Lipperini, si è svolta presso il Teatro di Tor Bella Monaca con una piacevole novità. È stato infatti presentato da Fondazione Bellonci il progetto Storie di Periferia. Riportare le periferie al centro della storia realizzato con il sostegno di Enel Cuore, l’Associazione Onlus del Gruppo Enel, e con la collaborazione speciale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Periferie. Al centro del progetto c’è il potere di trasformazione della cultura e della bellezza e prevede un intervento sulle periferie di Caivano e Tor Bella Monaca attraverso laboratori di scrittura e lettura nelle scuole con scrittrici e scrittori nelle vesti di docenti.

Curiosità da sottolineare, per il secondo anno consecutivo lo stesso libro si aggiudica entrambi gli Strega, ricordiamo infatti che la passata edizione è stata vinta in entrambi i “campi” da Ada D’Adamo, autrice di Come d’aria (Elliot) scomparsa nel 2023.

Donatella Di Pietrantonio, autrice della provincia di Teramo, classe 1962 e dentista pediatrica, vede il suo esordio nel mondo dell’editoria nel 2011 quando pubblica Mia madre è un fiume, seguito da Bella mia nel 2013 ma il vero successo arriva con L’arminuta pubblicato da Einaudi nel 2017, un romanzo aspro e per certi versi disturbante che si aggiudica il Premio Campiello e da cui nel 2021 il regista Giuseppe Bonito ne realizza una trasposizione cinematografica, facendo conquistare all’autrice un David di Donatello per la sceneggiatura. A quel punto i diritti passano a Einaudi che sceglie di scommettere su questa non più giovanissima promessa, ristampando i vecchi titoli e dando alle stampe nel 2020 Borgo sud, una sorta di seguito de L’arminuta in cui ritroviamo le due sorelle protagoniste ormai cresciute, che conquista un secondo posto al premio Strega 2021 dietro ad Emanuele Trevi.

Le sue sono storie prettamente al femminile, le sue protagoniste donne dalla scorza dura, sempre in lotta col mondo, con se stesse e con gli altri, ma anche molto fragili, che affrontano un viaggio di riflessioni ed esperienze. Sono storie che hanno saputo raccontare delle vite vere, con ostacoli e traumi assolutamente verosimili ed ecco perchè la maggior parte delle lettrici si identifica in ciò che l’autrice racconta.

Tornando ad oggi, in L’età fragile la Di Pietrantonio torna ad interrogarsi sulle relazioni familiari, sul rapporto madre-figlia nello specifico, con la sua tipica penna tagliente, essenziale e asciutta divenuta ormai sua cifra stilistica. Ma ci parla anche di perdita e incomunicabilità tra generazioni, il tutto ambientato nell’area geografica che preferisce ovvero la terra natale che in un qualche modo emerge prepotente sulla pagina attraverso la sua scrittura, un legame atavico che persiste e perdura.

In parallelo troviamo passato e presente che si alternano grazie al filo conduttore del personaggio di Lucia, fisioterapista nel paesino dove è nata e cresciuta. È lei il fulcro che lega le due storie che viaggiano su binari paralleli, quella del terreno di proprietà della sua famiglia dove quando lei era adolescente è accaduto un terribile delitto che ha portato all’allontanamento con Doralice, sua inseparabile amica, e quella di sua figlia Amanda che torna dal nord e si chiude in un inspiegabile quanto preoccupante silenzio. È giunto dunque per Lucia il momento di fare i conti con un passato pesante, un evento che potrebbe essere collegato alla sua incapacità di capire appieno Amanda.