Alice Milani / La donna radioattiva

Alice Milani, Marie Curie, Becco Giallo, pg. 215, €22,00 stampa, euro 3,99 ebook

La letteratura disegnata, come diceva Hugo Pratt, marca da tempo la propria centralità nel formare ed espandere il nostro immaginario, accanto e forse oltre ai media audiovisivi: l’universo iconico prolunga e approfondisce, stravolge e reinventa l’universo verbale; ne ricompone anche forme, generi e sottogeneri. Il Poema a fumetti del pionieristico Dino Buzzati; il romanzo a fumetti, ormai lunga tradizione consolidata (Una ballata del mare salato di Pratt, è stato il primo? Probabilmente no, ma ci piace immaginarlo come originario graphic novel…); la saggistica a fumetti e l’inchiesta sul campo (mi viene in mente, che so, Gaza 1956 di Joe Sacco, o, perché no, Kobane Calling di Zerocalcare); e infine, particolarmente fortunata, la biografia a fumetti.

Nelle ultime settimane ne ho lette almeno tre di veramente straordinarie: quella di Syd Barrett, Jugband Blues, di Matteo Regattin; quella scoperta per caso l’altra settimana a Barcellona, Cortàzar di Jesús Marchamalo e Marc Torices, una splendida prospettiva sulla vita del grande scrittore argentino che difficilmente sarà mai tradotta in italiano; e infine, forse la mia preferita, Marie Curie di Alice Milani.

Al di là del grande valore artistico delle immagini e dell’uso affascinante del colore, che immerge letteralmente nell’atmosfera visiva della pittura coeva ai fatti narrati, l’autrice – donna che scrive e disegna di una donna, e che donna – nell’individuazione di circostanze, personaggi e situazioni, svolge un immenso lavoro di divulgazione scientifica e di sociologia storica. La storia della scienza e quella personale (e faticosa) s’intersecano e si compenetrano, talvolta confliggono: chi nel proprio paese, in quanto persona di sesso femminile, non sarebbe stata nemmeno ammessa agli studi superiori, giunge ad essere insignita due volte del premio Nobel, per la chimica e per la fisica. La pioniera della sperimentazione sulla radioattività si trasforma così anche in pioniera dell’emancipazione femminile, sperimentatrice di stili, modi, possibilità che sconvolgono i benpensanti dell’epoca: la ricerca scientifica diventa necessariamente anche ricerca esistenziale.

Madame Marie Curie è Maria Skłodowska, orgogliosamente polacca naturalizzata francese, orgogliosamente scienziata e orgogliosamente donna. Il marito Pierre è un rispettato compagno di studi e di vita ma non le fa ombra, come preferirebbe l’intelligencija accademica: anche dopo la tragica scomparsa di lui, Maria proseguirà liberamente il suo percorso scientifico e sentimentale, avendo relazioni che faranno anche scandalo.

Maria è, per fortuna, una donna di carne, non una pura ipostasi intellettuale o, peggio, un’icona buona solo per la postrema mummificazione mediatica (come Rita Levi Montalcini o Madre Teresa di Calcutta). E proprio nella carne sarà fatalmente colpita da quelle radiazioni che per tutta la vita aveva assorbito: unica donna sepolta al Pantheon parigino, la sua bara è stata avvolta in un sudario di piombo – particolare questo che il fumetto omette – e anche tutti i suoi appunti e gli oggetti rimasti sono conservati in apposite scatole piombate: chiunque voglia consultarli deve indossare abiti di protezione. Era destino che Maria dovesse continuare a irradiare energia, splendida e micidiale, se non maneggiata con cura.

Con in testa l’eco di una vecchia canzone dei Kraftwerk (Radio activity, is in the air for you and me. Radio activity, discovered by Madame Curie…), chiudiamo il volume, anch’esso saturo di colori luminosi e radianti, con la piena consapevolezza di quanto il personaggio descritto sia stato e continui ad essere dirompente e, non solo in metafora, “radioattivo”. Un buon motivo questo, per augurarci che libri così – in molti sensi – educativi, vengano adottati da professori intelligenti come testi obbligatori nelle scuole.

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