Dino Battaglia, L’uomo del New England, NPE, pp. 86, euro 16,90 stampa
recensisce UMBERTO ROSSI
Continua la ripubblicazione dei fumetti di un maestro dell’arte sequenziale, Dino Battaglia, da parte di Nicola Pesce Editore. Opera meritoria, e condotta con grande serietà, riproducendo alla perfezione le tavole del maestro scomparso nel 1983 a soli sessant’anni (è il caso di dirlo). Tavole che questa volta sono a colori, per cui una riproduzione di qualità è ancor più importante del solito: e la stampa di NPE consente di apprezzare il raffinatissimo lavoro di coloratura realizzato dalla moglie di Battaglia, Laura, perché il grande fumettista con l’arcobaleno non si trovava a suo agio; non a caso, come ci spiega la bella introduzione di Marco De Giuli, l’autore de L’uomo del New England amava più che altro i grigi, che dosava con grande cura.
La vicenda narrata è quella di un gentiluomo inglese, Cristopher Nightly, che negli anni Cinquanta del Settecento s’imbarca rocambolescamente alla volta dell’America per sfuggire alla vendetta di un rivale in amore. Accade così che il fop, il classico damerino scapestrato dedito alle donne e alle carte, tipico dell’Inghilterra immortalata da Hogarth e Fielding, si ritrovi nel selvaggio continente nordamericano, dove infuria la guerra coloniale tra le truppe di sua maestà britannica e i francesi di Luigi XVI. Guerra combattuta anche con le alleanze con le tribù di nativi, i quali, va detto, non si facevano pregare poi troppo per mandare al creatore i guerrieri delle tribù rivali.
Nightly viene prima comprato da un cacciatore di pellicce per un anno, poi finisce con i Ranger del maggiore Rogers, impegnati in un raid pressoché suicida ben dentro il territorio controllato dai francesi del generale Montcalm e dagli indiani loro alleati; obiettivo, andare a sterminare la tribù dei Saint Francis, responsabili di una serie di attacchi contro i villaggi inglesi del New England. (Poi uno si chiede da dove venivano le spietate missioni search & destroy della guerra del Vietnam…)
Battaglia ricostruisce questo episodio storico (molti fatti e appena un po’ di fiction in questo splendida e compatta graphic story) con gran dovizia di particolari affidati ai disegni; i dialoghi sono essenziali e funzionali alla storia. Ne esce fuori, senza neanche gran panorami e vedute pittoresche, l’anima oscura di una terra dove si uccide senza fare tante domande, dove la morte è perennemente in agguato, e dove si gioca una partita molto più grande di quel che sembra; come spiega l’introduzione di Hugo Pratt, riportata in appendice al volume, il raid di Rogers è un piccolo episodio della Guerra dei Sette Anni, forse la prima vera guerra mondiale, con la quale il Regno Unito strappò a quello di Francia la supremazia planetaria (inclusi Quebec e India).
Torna così nelle librerie un autentico classico del fumetto, pubblicato per la prima volta nel 1979. E NPE lo presenta giustamente con un ricco corredo; a parte l’introduzione di De Giuli e quella storica di Pratt, troverete nel volume anche una sintetica ma estremamente interessante postfazione di Angelo Nencetti sui fumettisti italiani e il loro rapporto con la frontiera americana. Insomma, quel che si dice un piatto ricco. Non perdetevelo.
(E ci sembra opportuno aggiungere in calce almeno una delle meravigliose tavole che troverete in questo volume…)